Più sicurezza e meno sprechi per l'acquedotto del Nottolini

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Più sicurezza e meno sprechi per l'acquedotto del Nottolini

parole oro guamoL’acquedotto storico dei lucchesi diventa ancora più efficiente: i tecnici di Geal, infatti, hanno posto in essere lavori di ristrutturazione dei serbatoi per incrementare ulteriormente la fruibilità dell’acqua come bene comune. Le opere, che dalla progettazione alla manutenzione hanno abbracciato un arco temporale di 7 mesi (ma soltanto per non interrompere mai il servizio), costate 84mila euro, sono state presentate questa mattina nel corso di un incontro cui hanno preso parte Giulio Sensi (presidente Geal), l’assessore Francesco Raspini, l’amministratore delegato Andrea De Caterini e Massimo Cosci, responsabile dell’Acquedotto. il sindaco Tambellini, impossibilitato a partecipare, ha fatto trasmettere una nota scritta: “Da amministratori e cittadini conosciamo bene l’enorme valore dell’acqua – dice – e prendersene cura mediante interventi mirati è un qualcosa che racchiude un significato simbolico, oltre che concreto”.
L’acquedotto storico di Lucca serve 20 fontane: l’acqua oligominerale che sgorga – i tecnici tengono a precisarlo – è direttamente quella che proviene dalla sorgente, senza nessuna aggiunta. L’unico trattamento che riceve è quello di disinfezione, attraverso il passaggio dei raggi ultravioletti.
“Non vogliamo rimanere appesi al passato – osserva Giulio Sensi – perché sappiamo che questo è un patrimonio storico da valorizzare di continuo. Geal investe risorse e cure per consentire di avere venti punti di approvvigionamento sicuri, senza la necessità di far passare l’acqua da ulteriori impianti di affinamento”. La sana abitudine di recarsi a prendere l’acqua alle fontane, anziché acquistarla imbottigliata, è il tema evidenziato dall’assessore all’ambiente Raspini: “Incrementare l’uso dell’acqua pubblica – argomenta – significa diminuire quello dell’acqua in bottiglia, con notevoli risparmi per le famiglie ed una diminuzione progressiva del rifiuto prodotto”.
Le opere, in particolare, hanno interessato le due ampie vasche non comunicanti che vanno a costituire il serbatoio, il vano contiguo alle stesse (usato come camera di manovra) ed un torrino a valle, dove è ubicato l’impianto di disinfezione a raggi ultravioletti. “L’intervento è stato necessario – spiega Caterini – per ripristinare la piena efficienza delle strutture murarie, idrauliche, elettriche ed elettroniche, al fine di consentire una più economica gestione dell’acquedotto”
I lavori hanno dunque riguardato il consolidamento delle strutture, il ripristino dell’impermeabilità delle vasche e la sostituzione di tubazioni vetuste (si passa dalla ghisa all’acciaio inox). Oltre a questo, sono stati realizzati ex novo l’impianto elettrico ed il sistema di telecontrollo per monitorare i livelli delle vasche e della qualità dell’acqua erogata. Ancora, sono state inserite ringhiere anticaduta in tutta la zona del serbatoio. Tutti i lavori sono stati diretti da Geal, avvalendosi di personale interno senza che la fornitura di acqua alla cittadinanza venisse interrotta.
Prossimo passo? “Siamo impegnati a valorizzare tutta l’area delle Parole d’oro in cui il serbatoio si inserisce – ricorda il sindaco – nell’ottica di una più ampia frizione collettiva”.
La storia del serbatoio Lorenzo Nottolini aveva ideato e diretto la costruzione l’acquedotto (dal 1822 al 1832) senza alcun serbatoio, quindi questo manufatto che oggi si rivela indispensabile per una corretta distribuzione funzionale risale ad un periodo a lui successivo. L’esigenza di avere un serbatoio di compenso è contemporanea ai primi studi finalizzati all’ampliamento della rete nel cento storico e nell’immediata periferia conseguente all’incremento demografico, ossia nel 1885.
L’attuale serbatoio venne costruito dopo la decisione assunta dalla Giunta Municipale del 7 marzo 1910, unitamente alle altre opere che presuppongono l’abbandono della condotta esistente sopra gli archi. I particolare vennero costruiti e resi possibili: una nuova ed unica tubazione di adduzione tra il serbatoio e il tempietto di S. Concordio; un filtro per la depurazione delle acque; la captazione di alcune sorgenti lungo il Rio di Valle e il Rio San Quirico. Il progetto del serbatoio portava la firma dell’ing. Domenico Benedetti, capo dell’Ufficio Tecnico comunale in quel periodo e aveva lo scopo di distribuire tutta l’acqua disponibile, quantificata “in 30 litri al giorno pro-capite per i 22.325 abitanti”. Già nel 1981, il serbatoio era stato oggetto di nuovi lavori di restauro conservativo.
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