Energica, è modenese la prima suberbike elettrica

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Energica, è modenese la prima suberbike elettrica

moto elettricaUna supersportiva dallo scatto mozzafiato. Ma anche una streetfighter. Sono le prime moto “vere” a batteria
Amate le superbike ma anche l’ambiente? Vi piace piegare lungo i laghi o sui tornanti di montagna ma vi mette a disagio disturbare chi si vuole godere un po’ di pace e silenzio? Oggi la soluzione a passioni apparentemente inconciliabili c’è: si chiama Energica, è la prima casa costruttrice al mondo di moto elettriche a elevate prestazioni, ed è tutta italiana. Anzi, modenese. Con due modelli già sul mercato e un terzo presto in arrivo, sta conquistando i mercati del Nord Europa e l’America.
Salire su una moto “da sparo” elettrica all’inizio disorienta un po’, ma già dopo pochi minuti diventa un’esperienza… elettrizzante. È la rapida evoluzione che si vive alla guida di Ego ed Eva, rispettivamente supersportiva e streetfighter elettriche di Energica Motor Company Spa, spin off dello storico Gruppo CRP, fornitore da quasi mezzo secolo dei costruttori delle vetture più veloci e tecnologicamente avanzate del mondo. Del resto, dopo una vita spesa sulle sole moto tradizionali, non sentire né il rombo né l’odore di benzina fa pensare di non provare alcun gusto, una volta in sella. Non solo, vedendo che non c’è il cambio si rischia di prenderla sul serio. Almeno fino a quando non la si guida per strada.
Le Energica sono una rivelazione. Con la Ego, addirittura, si può passare da zero a 100 km orari in tre secondi scarsi: significa avere per le mani un mezzo che può bruciare alla partenza quasi qualunque mezzo oggi in circolazione. Le accelerate che necessariamente ci si concede con queste moto fanno rischiare il mal di collo, a fine giornata, mentre all’assenza di marce (e quindi di scalate prima di una curva) ci si abitua inspiegabilmente in fretta. L’unica cosa a cui si deve fare attenzione, almeno durante i primi chilometri, è la tendenza della moto a frenare da sola una volta lasciato l’acceleratore (frenata rigenerativa, per recuperare energia). Se dà proprio fastidio, questa funzione può comunque essere regolata al minimo, o addirittura spenta. Se invece ci si abitua, si può quasi evitare di toccare i freni (e la batteria dura di più).
Qualche dettaglio sulla potenza massima: per Ego si parla di 107 kW (145 CV, potenza massima continua a 6.000 rpm), per Eva invece di 80 kW (109 CV, potenza massima continua a 6.000 rpm). Rispetto ai primissimi modelli, è aumentato anche il valore di coppia massima: per Ego si è passati da 195 a 200 Nm, mentre per Eva il salto è stato da 170 a 180 Nm. Velocità massima? Limitata a 240 km/h, nel caso della Ego; 200, sempre limitata, per la Eva. Numeri importanti, affamati di elettricità.
Per la ricarica, ci vogliono circa 3 ore e mezzo in corrente alternata (la classica 220 di casa) e circa 20 minuti con il “Fast Charge”. Energica è infatti l’unica casa costruttrice di moto elettriche ad avere la tecnologia DC Fast Charge CCS combo, la stessa del settore automotive. Non solo, Ego ed Eva supportano la regolazione della potenza di carica tramite comando preposto sulla control box del cavo di ricarica, o da remoto via Bluetooth. Per monitorare la propria moto in tutte le sue funzioni principali si può usare MYEnergica, applicazione di serie su ogni modello che può inviare e ricevere dati dialogando con la Vehicle Control Unit del veicolo. Fra le informazioni in tempo reale fornite dalla App: range e stato della batteria, consumo medio, odometro totale e parziale, velocità, coppia, potenza, RPM, nonché la visualizzazione su dashboard delle prime cinque colonnine di ricarica più vicine o, se si vuole, di tutte quelle dislocate sul territorio.
Per quanto riguarda il prezzo, si parte da un minimo di 25.400 euro per entrambi i modelli. Una cifra importante, in linea però con quella di altre supersportive con motore a scoppio. L’handicap, per ora, resta un’autonomia limitata (circa 200 km in modalità “eco”, 150 se si guida normalmente). Ma soprattutto un territorio, quello italiano, ancora poco generoso a livello infrastrutturale. Non è un caso se la dinamica startup modenese, proprio come Tesla (o Nissan), ha inaugurato il suo programma di colonnine “Fast Charge”.
Avviato in collaborazione con partner che vanno dalle utility ai fornitori di hardware e di servizi di ricarica, questo piano di installazione mira proprio alla diffusione di infrastrutture con caricatori dedicati: tecnologia DC da 20 kW, presa Combo CCS standard. A differenza di quelli per automobilisti, collocati sulle principali vie di comunicazione, quelli per i centauri elettrici sono destinati a strade alternative, come quelle di Val Gardena, Dolomiti, Lago di Garda e Liguria. Come spiega la carismatica ed “energica” CEO dell’azienda, Livia Cevolini, “l’industria automobilistica e i governi stanno investendo nei maggiori corridoi a lunga distanza, ma i motociclisti sono soliti percorrere strade alternative”.
Progettati e fabbricati a Modena, gli elettro-bolidi italiani prendono generalmente la via del centro-nord Europa (Germania, Olanda e Norvegia in primis), degli Stati Uniti e, ultimamente, del Canada. E nel Belpaese? “L’Italia è un mercato importante, ma le ancora scarse infrastrutture rendono difficile il nostro sviluppo”, sottolinea Livia Cevolini: “Penso però sia questione di poco tempo, e presto anche l’Italia sarà un Paese di punta per i nostri modelli”.
Nell’attesa, se volete provare a guidare le moto di Energica su una delle più belle “strade alternative” d’Italia, potete prenotare un test drive sulle Dolomiti. Prossimo appuntamento: mercoledì 30 agosto, nell’ambito dell’iniziativa #DolomitesVives. Farete una piacevole gita in montagna, ma anche un salto nel futuro della mobilità su due ruote.
AndreaBertaglio