Legambiente ai partiti: "Cinque proposte green per rilanciare l’Italia"

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Legambiente ai partiti: "Cinque proposte green per rilanciare l’Italia"

Dal clima alla mobilità, l’associazione ambientalista lancia una sfida a tutti i candidati alle prossime politiche: “No al promettificio, mettete l’ambiente al centro con iniziative concrete e a costo zero”
ROMA – “Non sprechiamo questa campagna elettorale riducendola a un valzer di promesse. Per rilanciare l’Italia, creare lavoro e rendere la nostra economia più competitiva servono idee e progetti di sviluppo e futuro che mettano al centro l’ambiente”. È questa la sfida che Legambiente lancia ai candidati politici di tutti gli schieramenti presentando oggi a Roma, un pacchetto di sfide e idee green per la prossima legislatura.
Ecco allora le cinque proposte dell’associazione ambientalista. Cinque idee fattibili che guardano al futuro, alcune delle quali sono a costo zero senza creare debito o determinare un aumento della tassazione.
• LOTTA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI
Legambiente propone una strategia capace di spingere le fonti rinnovabili e di mettere in sicurezza il territorio attraverso progetti di adattamento nei confronti di fenomeni climatici sempre più impattanti.
• RIDISEGNARE LA FISCALITA’ IN CHIAVE AMBIENTALE
Un fisco funzionale all’ambiente. Come? Ridefinendo, per esempio, l’Iva sui prodotti sulla base dei criteri ambientali e sociali, cancellando rendite e privilegi contro l’ambiente, eliminando tutti i sussidi alle fonti fossili e definendo nuove regole di tassazione più trasparenti e chiare per cave, acque minerali, rifiuti.
• PIANO INDUSTRIA 5.0
Incoraggiare lo sviluppo dell’economia circolare, ossia sostenibile e pensata per potersi rigenerare da sola, con un piano di industria 5.0 che aiuti a far decollare su tutto il territorio questo nuovo modello di sviluppo economico.
• LE CITTA’
Il rilancio del Paese passa anche dalle città attraverso interventi di rigenerazione urbana, riqualificazione del patrimonio edilizio e dello spazio pubblico.
• MOBILITA’ SOSTENIBILE
Legambiente lancia una road map 2030 per la mobilità sostenibile e la lotta all’inquinamento con l’obiettivo di ridurre il parco circolante delle auto per arrivare ad escludere nel 2030 i motori a combustione interna dalla commercializzazione. Nella proposta anche l’estensione a tutta l’Italia del protocollo anti-inquinamento Governo-Regioni, oggi attivo solo in pianura Padana, modificando le accise sui carburanti in modo proporzionale al contenuto di CO2 emessa al litro, a parità di gettito per lo Stato.
Legambiente ai partiti: “Cinque proposte green per rilanciare l’Italia”
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Il documento “Le sfide ambientaliste per la nuova legislatura” redatto da Legambiente è stato presentato nel corso di una tavola rotonda alla struttura polivalente Ex Gil di Largo Ascianghi, introdotta da Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente e da Leonardo Becchetti, ordinario di Economia politica all’Università di Tor Vergata, e moderata da Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente, alla quale hanno partecipato tra gli altri anche: il ministro delle infrastrutture Graziano Delrio, Rossella Muroni, coordinatrice della campagna elettorale di Liberi e Uguali (che ha presentato alcuni giorni fa il suo Piano verde per l’Italia), Ermete Realacci, presidente Fondazione Symbola, Arturo Diaconale di Forza Italia, Lucio Cavazzoni (Leu), Enrico Borghi (Pd), Stefano Vignalori (M5s), Luana Zanella (Verdi), Enzo di Salvatore (Potere al Popolo), Cristina Avenali (Regione Lazio Pd), oltre a tanti rappresentanti di imprese e associazioni (Coldiretti, Kyoto Club, Oxfam, Aiel, Novamont, Ecopneus, Conai, Slow Food, Uisp, #Italianisenzacittadinanza), e alcune amministrazioni locali.
“Le nostre proposte – spiega Zanchini -puntano a coinvolgere cittadini e imprese, territori e mettono in moto innovazione e ricerca applicata, nuovo lavoro, perché premiano il recupero di materiali e di luoghi muovendo una nuova economia nelle città e nei territori, nelle forme dello sharing. Quello che chiediamo alla politica è di avere il coraggio di aggredire gli enormi sprechi, le scelte infrastrutturali sbagliate, l’illegalità e le rendite a danno dell’ambiente che impediscono una corretta gestione delle risorse naturali e dei beni comuni”.di MONICA RUBINO – Repubblica