Rifiuti Zero e l’importanza dell’utopia

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L’utopia è come l’orizzonte: cammino due passi, e si allontana di due passi. Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi. L’orizzonte è irraggiungibile. E allora, a cosa serve l’utopia? A questo: serve per continuare a camminare. (Eduardo Galeano)

Alessio Ciacci è il giovane (28 anni) assessore all’ecologia del Comune di Capannori.
Al convegno di sabato scorso sulle buone pratiche nella gestione dei rifiuti (rimando a post e video integrale prodotto da Simone) ha raccontato come nel loro comune si è impostata la strategia per arrivare ad eliminare tutti i rifiuti: riciclare (sono materiale post-utilizzo, come ha ribadito Carla Poli del Centro di Riciclo di Vedelago), ma soprattutto provare a cambiare le abitudini di acquisto e di consumo dei cittadini (acqua del rubinetto, latte e detersivi alla spina, pannolini lavabili, niente piatti usa e getta anche nelle sagre) arrivando a condizionare il modo con il quale le aziende imballano e offrono i loro prodotti.
L’obiettivo del 2020 per raggiungere il risultato “Rifiuti Zero” senza discariche o inceneritori può sembrare un’utopia. Forse è davvero un’utopia credere che sia possibile in così pochi anni convincere le persone a cambiare i loro stili di vita per farli diventare sostenibili dal nostro pianeta. Un’utopia che ha messo in cammino una comunità di 45.000 abitanti e che sta contagiando i paesi vicini.
Un’utopia che a noi piace chiamare Politica, interessata a perseguire fini così importanti da aver bisogno della partecipazione dei cittadini giorno per giorno, della responsabilità individuale di ciascuno di noi.

E i cittadini di Villafranca, verso quali “utopie” stanno camminando?.
Carlo Reggiani