«Difenderò il nostro patrimonio idrico» Il sindaco di Lucca contro una società unica regionale del servizio idrico

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«Difenderò il nostro patrimonio idrico» Il sindaco di Lucca contro una società unica regionale del servizio idrico

tambellini consiglioL’ACQUA del territorio lucchese? A noi. A noi Regione Toscana. Ma, stavolta, anche il sindaco di Lucca Tambellni dice no. La caccia allo svuotamento dell’autonomia locale in tema di servizi pubblici locali si fa sempre più intensa da parte dell’ente guidato da Enrico Rossi. Le mire regionali non si fermano al progetto di qui abbiamo parlato ieri dell’Autorità idrica toscana che mira a portare l’acqua lucchese sino a Grosseto, ma guardano con interesse al diretto controllo delle aziende che gestiscono l’acqua, a partire dalla Geal, uno delle migliori aziende del Comune. come? Attraverso la creazione di una holding che tracci le linee guida per le partecipazioni pubbliche delle società che erogano acqua in Toscana e che detenga le partecipazioni stesse.
UN CONTENITORE unico, che prenderebbe la forma di un protocollo d’intesa. In esso, traendo spunto dal risultato del referendum del 2011, si prevede il conferimento delle quote in mano a soggetti pubblici, nel caso di Lucca il 52 per cento di Geal, attualmente di Lucca Holding, la cassaforte comunale, per dare vita a una società in grado di «perseguire al meglio l’interesse nelle scelte di gestione», come si legge nella bozza del protocollo. Un’ipotesi che Tambellini rigetta: holding sì, ma senza cedere le quote. «Lucca ha già una sua Holding — spiega il sindaco — che detiene tutte le quote delle società partecipate, tra le quali è anche Geal. Non ci sono quindi motivi per conferire le quote azionarie Geal ad una holding regionale. Siamo fermamente intenzionati a mantenere il possesso delle partecipazioni azionarie della società di gestione del servizio idrico integrato, pur rendendosi disponibile a collaborare con la Regione per costruire forme di collaborazione in un settore fondamentale come quello delle acque».
«IL COORDINAMENTO con la Holding regionale — prosegue Tambellini — potrà avvenire mediante opportuni protocolli che favoriscano posizioni comuni preventivamente da concordare tra i vari soggetti, per una gestione il più possibile “unitaria”, anche se decisa in autonomia da Geal, su questioni strategiche del servizio idrico in Toscana. La priorità per la Geal in questo momento non è certo quella di mettere in discussione il suo assetto societario, ma di concretizzare un piano degli investimenti che dia risposte alle necessità. E’ il caso dell’allargamento della rete fognaria a tutte le frazioni più importanti del territorio comunale e del miglioramento della rete per il servizio di distribuzione idrica». Non solo Tambellini è scettico sulla proposta. A Pistoia, per esempio, sull’argomento, è già battaglia. La questione ha inizio nel novembre 2006, con un primo protocollo generico d’intesa, firmato anche da Lucca.
QUANDO IN Comune c’era un commissario prefettizio. Una legge regionale del 2011 ha poi determinato l’istituzione di un unico ambito territoriale ottimale come primo passo per un gestore unico appena scadranno le concessioni, da noi nel 2023. Un’unica società che eroghi l’acqua di tutta la regione e che finirebbe per spostare potere, capacità decisionale e posti di lavoro verso Firenze. Naturalmente nelle mani salde della forza politica che in Regione fa il bello e cattivo tempo, il Pd. Convinto assertore del progetto è Alfredo De Girolamo, il presidente di Confservizi Cispel Toscana, l’associazione delle imprese di servizio pubblico toscane, a Lucca noto per essere stato l’ultimo presidente di Clap.
«E’ UN PASSAGGIO utile — spiega De Girolamo — per dare corpo alla richiesta emessa dagli elettori di un gestore pubblico, per quanto personalmente non sia aprioristicamente contrario alla presenza di soci privati. Potrebbe essere una cabina di regia, un primo passo verso un’azienda unica dell’acqua a livello regionale quando scadranno le concessioni. Certo, servirà l’accordo dei sindaci, ma se gestito bene sarebbe utile anche per i territori».
Fabrizio Vincenti – La Nazione