Gli SCEC, l'economia locale che avanza..

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Ecco un’introduzione alle Monete Locali:
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Perché usarli?
Negli ultimi anni abbiamo assistito dell’impoverimento delle economie locali ad un’accelerazione in atto ormai da decenni. Le piccole attività industriali, artigianali, commerciali e contadine, una volta il fulcro della vita economica del nostro territorio, si stanno inesorabilmente spengendo. Le cause vanno ricercate essenzialmente in due fattori:
Il meccanismo di emissione della moneta ufficiale – ogni Euro emesso dalla Banca Centrale o prestato dal sistema bancario crea un debito per la collettività o per il singolo. Lo Stato è fortemente indebitato con la Banca Centrale (il debito pubblico è circa 1600 mld di euro) e le famiglie sono sempre più indebitate con il sistema bancario per la casa e per gli acquisti, come auto, mobili, elettrodomestici.
La grande distribuzione, oggi quasi totalmente in mano a multinazionali estere, drena continuamente ricchezza dal territorio e questa ricchezza non viene reinvestita localmente; le loro politiche di vendita diventano ogni giorno più aggressive.
Il risultato di questo sono economie squilibrate e comunità sociali disgregate che diventano sempre più povere pur producendo sempre di più in un cappio sempre più stretto. Noi dobbiamo invertire questo processo e rivitalizzare le economie locali recuperando e creando mercato alle produzioni locali riscoprendo quella Solidarietà sociale ed economica che è sempre stata alla base delle nostre comunità contadine.
Utilizzando gli SCEC come percentuale di prezzo non convertibile in denaro e adottando un  modo di fare impresa che ritorna ad avere come centro l’uomo si può in poco tempo sganciarsi dal meccanismo che ci porta all’autodistruzione.
Gli SCEC
I Buoni Locali di Solidarietà nascono dall’esperienza e dallo studio di oltre 4.000 esempi di monete complementari presenti in tutto il mondo, compreso il circuito WIR svizzero (più di 75.000 aziende!), REGIO tedesco (oltre 60 monete locali in rete) e il sistema Buoni che copre l’intero Giappone.
Di per sè però non sono una moneta in quanto non hanno valore, ma comprovano un comportamento di solidarietà tra gli iscritti al circuito scambiandosi diminuzioni di prezzo su servizi, beni, attività artigianali o professionali. Una sorta di metro della solidarietà all’interno della comunità dove una piccola rinuncia circolare porta arricchimento a tutti i suoi componenti.
Un modo per attuare quello che le religioni di tutto il mondo hanno come precetto, il più delle volte inascoltato. La messa in pratica di quel “rimetti a noi i nostri debiti come noi rimettiamo i nostri debitori”, o altre comportamenti analoghi che si ritrovano nella religione ebraica o musulmana.
Alla luce di tutto ciò ha preso vita questo progetto, nato grazie alla collaborazione tra economisti, analisti finanziari indipendenti, commercialisti, imprenditori e semplici cittadini, che hanno formato una squadra con l’intento di mettere al servizio di tutti la loro professionalità, open source. Ognuno di noi può contribuire al suo sviluppo, grazie alla convenienza per tutti che crea l’uso del Buono locale.