Il Governo privatizza l'acqua, gli interventi di Padre Alex Zanotelli ed Emilio Molinari

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Terra.
 

 

 Un brutto colpo a freddo il decreto legge approvato ieri da Consiglio dei Ministri sulle privatizzazioni dei servizi pubblici locali. Un passaggio che chiude una epoca, preso ancora una volta senza informare i cittadini e coinvolgere i Comuni.
Sono liquidati quei pochissimi margini concessi alle amministrazioni locali dalla legge del parlamento varata non più tardi dell’Agosto 2008, di mantenere la gestione in house nei servizi fondamentali come l’acqua.
La 133 art. 23 bis appunto, è stata superata e pure già rappresentava un duro colpo per la gestione pubblica, introduceva l’obbligo alla gara e l’ingresso dei privati, ma con ancora alcune possibilità di scelta da parte dei comuni, i quali, dopo essere passati sotto i controlli delle diverse autority, potevano optare per una gestione del servizio “in house”, fuori cioè dal mercato finanziario.
Si chiude così il lungo e duro scontro politico ed istituzionale sulle privatizzazioni dei servizi pubblici locali; uno scontro che va avanti dal 2002 e ha contrapposto da una parte molti enti locali e alcuni partiti e d’altra i due poli politici di centro destra e di centro sinistra uniti.
E’ l’addio alle gestioni “in house”, e cade così l’ultimo bastione di “resistenza”eretto dai comuni e dalle province. Di questo si è trattato, ora è il via alla mercificazione totale dell’acqua potabile nel nostro paese.
Ma vediamo prima cosa sono le gestioni in house
In sostanza sono SPA interamente nelle mani dei comuni consorziati, sulla quale i comuni stessi esercitano il “controllo analogo” a quello dei propri uffici, è riconosciuta dalla normativa Europea tanto è che la Francia e il Comune di Parigi la stanno perseguendo in un ottica di vera ripubblicizzazione. La Spagna e la Germania la stanno applicando in alcune grandi città ed è tuttora adottata dal Belgio, dall’Olanda, dal Lussemburgo, nonché da 64 ATO italiani, 61 dei quali hanno passato il vaglio dell’autority, compresi quelli di Milano Città e Provincia.
Sono state una mediazione onorevole e temporanea per il movimento dell’acqua che con 400000 firme e una legge di iniziativa popolare chiedeva la piena ripubblicizzazione del servizio idrico.
Una mediazione ottenuta principalmente dalla resistenza o riottosità ( così è stata definita da partiti e confindustria) dei comuni a perdere autonomia e ruolo decisionale sui servizi e beni comuni come l’acqua potabile, che si è sostanziata in numerose iniziative, la più forte delle quali è stato il referendum promosso da 144 comuni lombardi trasversalmente rappresentati.
E’ stata una riottosità che più volte messa sotto accusa, che i partiti hanno chiesto di stroncare, ma che ha spesso trovato il sostegno oltre che nella Sinistra radicale anche nelle posizioni prese dalla Lega: nel 2003 con l’articolo 14 nella finanziaria che introduceva le in house, nel 2006 con il referendum lombardo poi nel 2008 con l’emendamento alla legge 133, art . 23bis, con il quale appunto introduceva quelle salvaguardie del pubblico, oggi rimosse dal decreto, alle quale si sono aggrappati per tanto, numerosi comuni e 64 ATO.
Ecco, il decreto legge dell’altra sera fa saltare queste salvaguardie entro il 2011 e fa un passo in più, chiede che anche nell’affidamento tramite gara a società miste la quota di partecipazione del pubblico non può superare il 40% e nelle quotate esistenti deve scendere al di sotto del 30% entro il 2012. E’ un decreto palesemente incostituzionale che gli enti locali dovrebbero impugnare.
Con il decreto cade la foglia di fico, l’imbroglio, con la quale molti amministratori, in particolare toscani ed emiliani hanno cercato di rintuzzarci nel passato, e cioè che con il 51% il loro controllo sarebbe stato garantito. Adesso cosa faranno? Domanda retorica….
Siamo ad una svolta; dicevo che tutta la nostra acqua potabile sarà privatizzata e con questo come paese entriamo a piè pari nel disegno delle multinazionali di mercificare universalmente un bene comune fondamentale come l’acqua. Anzi ne siamo la punta avanzata.
Entro il 2011 sarà obbligatorio mettere a gara l’intero Servizio idrico nazionale e tutti gli addetti ai lavori sanno benissimo che le gare le vinceranno tutte un cartello di imprese ben definito: ACEA – IRIDE/ENIA/ HERA – A2A dentro alle quali i pacchetti azionari di Suez Lyonnes des Eaux e Veolia la faranno da padroni, assieme ai Caltagirone, ai Pisante e alle banche.
Poteri locali, partecipazione dei cittadini, democrazia, federalismo… parole…vuote. queste SPA verranno consegnati i rubinetti d’Italia e decideranno la politica dell’acqua in tutti i territori.
Ma questa svolta, il decreto porta la firma Fitto- Calderoli, si realizza cioè con l’accordo della Lega e questa è la novità, che chiude il cerchio degli intrecci politico – affaristici.
Quali siano le contropartite, cosa si sia giocata ancora una volta la Lega non mi è dato sapere, penso però che la Lega con l’acqua, dopo Alitalia…ecc si è giocata la credibilità di essere il partito dei territori, dei loro beni comuni e della loro autonomia.
Ora la parola è ai movimenti sociali, ai giornalisti liberi, agli uomini di cultura, ai Sindacati che si eprimino una buona volta, ai sindaci, alla loro capacità di indignarsi ancora e di sapersi mobilitare in due battaglie assolutamente complementari: sui tempi brevi quella di fermare o modificare il decreto e l’altra articolata sui territori di chiedere a comuni e regioni di cambiare statuti e leggi regionali affinché affermino che l’acqua è un bene pubblico privo di interesse economico.
Emilio Molinari  (Comitato Italiano per un Contratto Mondiale sull’Acqua) 10.9.2009
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ACQUA:IL  GRANDE  RIFIUTO  di Padre Alex ZANOTELLI
                                         
Non avrei mai immaginato che il paese di Francesco d’ Assisi (Patrono d’Italia) che ha cantato nelle sue Laudi la bellezza di “sorella acqua” diventasse la prima nazione in Europa a privatizzare l’acqua! Giorni fa abbiamo avuto l’ultimo tassello che porterà necessariamente alla privatizzazione dell’acqua. Il Consiglio dei Ministri , infatti, ha approvato il 9/09/2009 delle “Modifiche” all’articolo 23 bis della Legge 133/2008 . Queste “Modifiche” sono inserite come articolo 15 in un Decreto legge per l’adempimento degli obblighi comunitari. Una prima parte di queste Modifiche riguardano gli affidamenti dei servizi pubblici locali , come gas, trasporti pubblici e rifiuti. Le vie ordinarie- così afferma il Decreto- di gestione dei servizi pubblici locali  di rilevanza economica è  l’affidamento degli stessi, attraverso gara, a società miste, il cui socio privato deve essere scelto attraverso gara, deve possedere non meno del 40% ed essere socio” industriale”. In poche parole questo vuol dire  la fine delle gestioni attraverso SPA in house e  della partecipazione maggioritaria degli enti locali nelle SPA quotate in borsa.
Questo  decreto è frutto dell’accordo tra il Ministro degli Affari Regionali, Fitto e il Ministro Calderoli. E questo grazie anche alla pressione di Confindustria  per la quale  in tempo di crisi, i servizi pubblici locali devono diventare fonte di guadagno.
E’ la vittoria del mercato, della merce, del profitto. Cosa resta ormai di comune nei nostri Comuni?E’ la vittoria della politica delle privatizzazioni ,oggi, portata avanti brillantemente dalla destra .A farne le spese è sorella acqua .Oggi l’acqua è il bene  supremo che andrà  sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici, sia per l’incremento demografico. Quella della privatizzazione dell’acqua  è una scelta politica gravissima che sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli di questo paese, ma soprattutto dagli impoveriti del mondo( in  milioni di morti per sete!)
Ancora più incredibile per me è che la gestione dell’acqua  sia messa sullo stesso piano della gestione dei rifiuti!Questa è la  mercificazione della politica! Siamo anni luce lontani dalla dichiarazione del Papa Benedetto  XVI nella sua recente enciclica Caritas in veritate dove si afferma che l’”accesso all’acqua” è” diritto universale di tutti gli esseri umani senza distinzioni e discriminazioni”.Tutto questo è legato al “diritto primario della vita”.La gestione dell’acqua  per il nostro Governo è assimilabile a quella dei rifiuti! Che vergogna! Non avrei mai pensato che la politica potesse diventare a tal punto il paladino dei potentati economico-finanziari. E’ la morte della politica!
Per cui chiedo a tutti di:
-protestare contro questa decisione del governo tramite interlocuzioni con i parlamentari, invio di e.mail ai vari ministeri…
-chiedere ai parlamentari che venga discussa in Parlamento la Legge di iniziativa popolare per una gestione pubblica e partecipata dell’acqua, che ha avuto oltre 400mila firme e ora ‘dorme’ nella Commissione Ambiente della Camera;
-chiedere con insistenza alle forze politiche di opposizione che dicano la loro posizione sulla gestione dell’acqua e su queste Modifiche alla 23 bis;
-premere a livello locale perché si convochino  consigli comunali monotematici  per dichiarare l’acqua  bene comune e il servizio idrico “privo di rilevanza economica”;
-ed infine premere sui propri consigli comunali perché facciano la scelta dell’Azienda Pubblica Speciale a totale capitale pubblico: è l’unica strada che ci rimane per salvare l’acqua.
Sarà solo partendo dal basso che salveremo l’acqua come bene comune, come diritto fondamentale umano e salveremo così anche la nostra democrazia.
E’ in ballo la Vita perché l’Acqua è Vita.
 Alex       Zanotelli