Rifiuti urbani: il Parlamento Ue aumenta gli obiettivi di riciclo

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Rifiuti urbani: il Parlamento Ue aumenta gli obiettivi di riciclo

riciclo alluminio2Approvata proposta più ambiziosa rispetto a bozza Commissione Ue. Il pacchetto sull’economia circolare volto a creare ”580 mila posti di lavoro entro il 2030 e risparmi per le imprese europee pari all’8% del fatturato annuo”
In corso di approvazione le proposte del Parlamento europeo sull’economia circolare, che prevede modifiche alle norme Ue sui rifiuti, le discariche e i rifiuti organici. Nei testi approvati, relatrice Simona Bonafè (Pd), gli eurodeputati alzano l’asticella rispetto alle proposte presentate nel dicembre 2015 dalla Commissione europea. Il riciclo dei rifiuti urbani dovrebbe raggiungere il 70% al 2030 (invece del 65%), la percentuale di rifiuti smaltita in discarica deve ridursi al 5% (la Commissione proponeva il 10%).
Il pacchetto sull’economia circolare che, secondo Legambiente, oltre ai target di riciclaggio, migliora anche ”la proposta del 2015 fatta dalla Commissione europea, per quanto riguarda i target di riciclaggio al 2030 innalzati al 70% per i rifiuti solidi urbani e all’80% per gli imballaggi”.
Inoltre, l’approvazione è “un primo importante passo verso un’ambiziosa riforma della politica europea dei rifiuti finalmente in grado di trasformare l’emergenza rifiuti in una grande opportunità economica e occupazionale”, commenta la presidente di Legambiente Rossella Muroni, secondo cui in Italia “possono essere creati almeno 190 mila nuovi posti di lavoro grazie allo sviluppo dell’economia circolare, al netto dei posti persi a causa del superamento dell’attuale sistema produttivo”.
Il raggiungimento di questi obiettivi, secondo la valutazione della stessa Commissione europea, consentirebbe di creare 580 mila posti di lavoro entro il 2030, con un risparmio annuo di 72 miliardi di euro per le imprese europee grazie a un uso più efficiente delle risorse e quindi a una riduzione delle importazioni di materie prime. I posti di lavoro potrebbero crescere sino a 867 mila, rileva Legambiente, se all’obiettivo del 70% di riciclaggio si accompagnassero a livello europeo e nazionale anche misure ambiziose per il riuso, in particolare nell’arredamento ed il tessile.
“Ci sono quattro novità importanti – spiega Bonafè nel dettaglio – la prima riguarda l’innalzamento generale delle percentuali di riciclaggio dei rifiuti; la seconda introduce l’obbligo per tutti gli stati membri della raccolta degli scarti da cucina nel corso della raccolta differenziata; inoltre viene sancito l’obbligo di chiusura delle discariche per i rifiuti urbani entro il 2030. E infine, viene introdotta una norma che combatte in modo incisivo lo spreco alimentare, con facilitazioni per il cibo da donare. Finalmente – conclude l’eurodeputata dem – l’Ue marcia verso un uso delle risorse a nostra disposizione più intelligente e sostenibile. Non possiamo più costruire il nostro futuro su un modello ‘usa e getta’, ma prepararci a una transizione che, considerando l’intero ciclo del prodotto, genera non solo nuove risorse produttive, ma opportunità di lavoro, innovazione e protezione per le persone e per l’ambiente”.
La prevenzione dei rifiuti, la rigenerazione, la riparazione e il riciclaggio possono generare – sempre secondo la Commissione Europea – risparmi netti per le imprese europee pari all’8% del fatturato annuo, riducendo nel contempo l’emissione di gas serra del 2-4%. Attualmente in Europa si brucia o si mette in discarica oltre il 50% dei rifiuti prodotti, distruggendo risorse molto spesso importate a caro prezzo e penalizzando così la competitività delle imprese europee.
Legambiente nelle prossime settimane si impegnerà “con forza affinché il rapporto venga approvato dalla plenaria dell’Europarlamento  prevista a marzo, migliorandolo possibilmente, in particolare per quanto riguarda le deroghe previste per i paesi ritardatari”. Il testo approvato verrà sottoposto all’approvazione dell’assemblea plenaria, in vista del negoziato con Commissione e Consiglio.