Atene è sola

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Atene è sola

Le immagini che arrivano da Atene sono sconvolgenti. Sono le immagini di una democrazia sospesa. Un Parlamento che non è più il luogo della libera scelta in rappresentanza del popolo sovrano ma sede del rito sacrificale officiato dalla tecnocrazia, dalla troika dei sacerdoti inviata dal nuovo Moloch e dal loro adepto ellenico, che si fa sacerdote del capitale, sacrifica carne viva in nome di vaticini di crescita. E una moltitudine che assedia il parlamento nel disperato tentativo di riprendersi il diritto di scegliere sulla propria vita.
A nulla serve urlare che dopo due anni di questa cura il paziente greco è moribondo. Che il debito in nome del quale si consuma il sacrificio è schizzato dal 120 al 180 per cento del Pil; che il dio Pil è crollato del 15 per cento. Tanto meno vale ricordare che il debito è quello creato trasformando una crisi finanziaria in crisi sociale. Che questa Europa ingiusta invece di creare armonizzazione delle sue economie ha ampliato le crepe rendendole baratri, reso più forti le economie che già lo erano e più deboli le altre: e questo è terribile se si pensa che staremmo costruendo una casa comune, appunto l’Europa. Che le persone in carne ed ossa siano esauste poi non interessa se non per evocare la loro espiazione come salvifica.
Tutto ciò è ridotto a pure parole di Cassandra, parole di verità destinate a non essere ascoltate. Non c’è alternativa, si ripete nelle aule del parlamento, come se questa affermazione non significasse che non c’è più democrazia. Un tecno sacerdote officia mentre eletti dal popolo, che lo furono con ben altro mandato, gli consegnano il capro espiatorio. Fuori la piazza ribolle. Dicono i sondaggi che, quando si tornerà a votare, e cioè presto, potrebbe rovesciarli. Le sinistre che si oppongono al rito sono accreditate del 40 per cento. Ma i tecnosacerdoti hanno imposto la perpetuità delle loro scelte. Si potrà tornare a decidere di se stessi?
La domanda riguarda tutti noi. Tanto tempo fa, un foglio comunista scrisse “Praga è sola “. Sola di fronte ai carri armati del socialismo reale. Fu un grido che scosse tutti noi, le nostre coscienze. Mi è venuto in mente oggi. Cosa stiamo facendo per Atene,  ma poi anche per noi stessi? Quegli stessi riti del tempio ellenico si stanno consumando nei nostri parlamenti, anche se può sembrare che scorra meno sangue. Tutti stanno officiando il Trattato. I movimenti che si oppongono anche qui restano inascoltati come Cassandra. Veramente possiamo accettare tutto questo?
di ROBERTO MUSACCHIO