"L’unica speranza è la ripubblicizzazione” Bengasi Battisti scrive al Sindaco di Viterbo

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"L’unica speranza è la ripubblicizzazione” Bengasi Battisti scrive al Sindaco di Viterbo

bengasiViterbo – Bengasi Battisti scrive al sindaco Michelini chiedendo di non svendere l’acqua pubblica ma di individuare un nuovo soggetto di diritti che possa subentrare a Talete
Ecco la lettera
L’interessante e proficuo dibattito sull’acqua pubblica mi spinge a alcune considerazioni che invio in forma di lettera aperta affinché siano condivise dall’intera Comunità di Viterbo.
L’acqua elemento indispendsabile per la vita dell’uomo, esauribile e non riproducibile, rappresenta il bene comune per eccellenza e in quanto tale è uno dei fondamenti delle Comunità stesse. E’ pertanto la natura dell’acqua che impone la sua sottrazione al mercato e il suo mantenimento in mani pubbliche affinchè le comunità e suoi abitanti ne restino proprietari e ne siano protagonisti della gestione.
Anche il referendum del 2011 con il suo eccezionale risultato popolare , ha indiscutibilmente posto l’acqua  tra i diritti da tutelare e da restituire alle future generazioni. Questi principi appartengono anche alla nostra città di Viterbo e a tanti comuni della Tuscia che insieme ai movimenti per l’acqua hanno sostenuto il referendum e promosso la legge di iniziativa popolare recepita all’unanimità dal Consiglio Regionale del Lazio e diventata storica “legge 5 del 2014″.
Tradurre i sani principi dell’acqua pubblica in pratica significa, però ,gestione attraverso “un soggetto di diritto pubblico” che permetterebbe il diretto e responsabile coinvolgimento dei consigli comunali con l’esclusivo scopo di tutelare la qualità della risorsa distribuendola con equità, giustizia e fuori da speculazioni economiche e politiche .
L’istituto della ripubblicizzazione, possibile grazie al referendum e finanziabile anche dalla legge regionale, ci permetterebbe di consegnare la gestione della nostra acqua al nuovo soggetto di diritto pubblico che potrà garantire, cittadini e lavoratori. Solo attraverso un nuovo soggetto di diritto pubblico si potranno ottenere gli interventi finanziari regionali per sostenere la debolezza del nostro Ato il quale, per cause indipendenti dalle nostre volontà e per la peculiarità idrogeologica della Tuscia ( arsenico), ha costi di gestione impossibili da sostenere solo attraverso la tariffa .
La Talete spa, per la sua forma giuridica, non rappresenta una gestione che garantisce il primario concetto di acqua fuori dal mercato ; non garantisce il diritto inalienbile di accesso all’acqua per le elevate tariffe che devono obbligatoriamente ricoprire i costi di gestione ; non può , ottenere sostegni dalla fiscalità generale e dalla Regione per non incorrere nelle infrazioni Europee di sleale concorrenza e di conseguenza la Talete non ha futuro .
L’unica speranza per l’acqua pubblica, ritengo, risieda nel proporre, in assemblea dei sindaci, la ripubblicizzazione e il conseguente affidamento al nuovo soggetto che con caratteristiche di consorzio potrà, dunque , ottenere sostegni economici dalla fiscalità generale e sarà sottoposto a un controllo da parte dei consigli comunali che approvandone bilanci e piani di investimento riporterebbe la gestione nelle comunità .
Scelte diverse consegnerebbero il bene acqua alla mercificazione determinando inevitabili aumenti di tariffa  diminuizione di investimenti e aumento del precariato così come ormai avviene negli ATO gestiti da quelle società quotate in borsa che qualcuno presenta ancora come l’unica possibilità.
Bengasi Battisti
coordinamento nazionale acqua bene comune