LookAtFestival: a Lucca la cultura gratuita non paga

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look_festival_140_Mentre iniziano a circolare le locandine della prossima edizione del Summer Festival e quando spuntano i primi nomi, il toto-concerto, della programmazione di Anfiteatro Lucca Festival, si sparge la voce che il Look At Festival non ci sarà.
In questo fiorire di volti noti e più noti, di organizzazioni ormai rodate, sparisce dal ventaglio di opzioni quella breve, ma talentuosa e di successo, esperienza che fu il Look At Festival.
Realizzato solo per quattro edizioni, il festival ha il merito di aver aperto le porte lucchesi a un tipo di arte, quella contemporanea, che non sempre ha gioco facile.
Le installazioni, realizzate da artisti emergenti e non, venivano accompagnate da concerti-evento in stile indie che richiamavano, probabilmente, maggiore attenzione da chi proveniva da fuori città.
Rettasi solo sull’autofinanziamento degli artisti chiamati a partecipare, l’iniziativa si è via via alienata l’interesse e i fondi delle istituzioni – diventati progressivamente “sempre più esigui e altalenanti, insufficienti a ripagare neanche i costi di un paio di installazioni o del solo catalogo” –, ottenendo ascolto nel 2010 dalla Fondazione Ragghianti, che mise a disposizione la propria struttura.
L’organizzazione non era composta da vecchi lupi di mare abituati a fronteggiare momenti di crisi, ma da “ragazzi improvvisati” che, probabilmente in modo ingenuo, hanno creduto nella gratuità della mostra eliminando il costo del biglietto.
Si legge sul blog del Look at Festival: “Siamo stati ingenui? Forse, e questo perché abbiamo sempre creduto nel diritto a una cultura gratuita, dove le Istituzioni dovrebbero avere il compito di sostenere le manifestazioni d’arte, portando alle persone delle opportunità che difficilmente vengono sostenute dal contributo di privati, ma anche la possibilità di approcciarsi a un’esperienza dell’arte contemporanea che in Toscana e più in generale in Italia è difficilmente visibile.”
“Crediamo – prosegue Fabio Bertini, presidente dell’associazione LookAt – che in tempo di crisi non sia più nostra missione e nostro onere continuare a lavorare in queste difficili condizioni, avendo constatato che le Istituzioni non guardano a LookAt come un punto di forza o di orgoglio della città sul quale investire, mentre altre realtà godono di spazi e favori per noi inimmaginabili.”
Insomma, quegli eventi che magari non raccoglievano le orde di pubblico utili a infilare un altro fiore all’occhiello di Lucca, rimanevano comunque una finestra aperta su una realtà diversa.
Ma si sa, la cultura gratuita non paga.