Sinistra, impara da Cagliari

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Sinistra, impara da Cagliari

Sinistra, impara da Cagliari

Un sindaco giovane, onesto e iperattivo. Con una giunta capace e non imposta dai partiti. Che ha dichiarato guerra a palazzinari, potentati e baroni. Così Massimo Zedda sta aprendo una nuova stagione. In Sardegna e non solo
Quando va in vacanza, sindaco? “Più o meno fra cinque anni, se non mi rieleggono”. Sardo e sardonico, Massimo Zedda ha già incominciato a dimostrare, se non di più, non meno dei suoi 35 anni. A un mese e mezzo dalla nomina della giunta, l’amministratore di Cagliari sembra la copia in bianco e nero del ritratto, regalo di un pittore amico, che lo raffigura roseo, con pomelli rossi alla Heidi e fascia tricolore su sfondo di fenicotteri, quelli che nidificano nello stagno cittadino di Molentargius.

La sua scrivania è lastricata di cartellette disposte in ordine geometrico. Alla sua sinistra, le pratiche urgentissime. A destra, le urgenti. Davanti, un ricco ponte di tre giorni intorno a Ferragosto per tirare il fiato. Intanto, ci sono le gioie della finanza pubblica. C’è un conto da 8 milioni di euro appena arrivato per un esproprio mal eseguito negli anni Settanta. C’è il buco di 21 milioni dell’Ente lirico che vanta crediti per 1,5 milioni nei confronti dell’azionista Comune. “In quanto sindaco e presidente della Fondazione Lirico sono debitore e creditore di me stesso”.
Chi gliel’ha fatta fare a Massimo Zedda? Da consigliere regionale di Sel eletto nel febbraio del 2009, prendeva uno stipendio d’oro per gli standard nazionali e da tycoon per la media sarda. Indennità consiliare 4 mila, diaria 4 mila, fondi di documentazione 3.300, segreteria 2.200, indennità da vicepresidente di commissione 300. Più o meno 14 mila euro mensili. Netti, s’intende.
Si è persino dimesso poche settimane prima di maturare il diritto alla pensione minima da consigliere (3 mila netti dopo due anni sei mesi e un giorno). Dulcis in fundo, ha bruciato nella sua campagna elettorale autofinanziata 150 mila euro di risparmi. “Ma non sarei stato libero se non avessi avuto risorse mie. C’è che si cambia la macchina…”. E chi corre da sindaco.
Lo hanno paragonato a Gigi Riva, anzi Giggirriva nella dizione locale. Uno che, con tutta la sua faccia d’angelo, quando correva passava sopra agli avversari come un panzer. Basta guardare Zedda mentre storce il naso di fronte ai costi di una delle controllata, la Scuola di Musica (oltre 500 mila euro all’anno di spese per il personale). O ascoltare come imposta certi rapporti di potere. Primo fra tutti, quello con il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ultima scheggia dell’esplosione del Pdl con una giunta appena rimpastata contro le indicazioni del partito.
Cappellacci è il primo finanziatore del Comune con un assegno da 61 milioni di euro più altri 11 milioni per interventi straordinari concordati con il sindaco precedente Emilio Floris, Pdl anch’egli. A chi teme che la svolta a sinistra del Comune possa creare le tensioni già vissute tra Floris e l’ex governatore di centrosinistra Renato Soru, Zedda ribatte: “A me non interessa lo scontro politico con la Regione ma avviare alcuni investimenti. E di sicuro neppure a loro conviene, in questo momento, mettersi contro il comune di Cagliari”.
Uno dei progetti su cui punta la nuova amministrazione è la metropolitana leggera. La prossima tratta, da piazza della Repubblica a piazza Matteotti, vale 25 milioni di euro di finanziamenti regionali ed europei. Si era anche parlato di costruire la metro sotterranea. Questa follia sarebbe costata diverse centinaia di milioni e 30 milioni di euro all’anno di sola gestione per l’anello di 23 chilometri dal centro a un hinterland sempre più affollato per l’esodo di chi non si può permettere il carovita cittadino. Il comune, che oggi conta 156 mila abitanti, ha perso 9 mila residenti dal 2002 e 20 mila negli ultimi 15 anni. In media, i cagliaritani sono sempre più pochi, sempre più vecchi e sempre più disoccupati.
Per risparmiare sull’affitto la gente ha incominciato a trasferirsi nella prima cintura (Quartu, che ha ormai 90 mila abitanti, Selargius, Quartucciu) e ora si sposta verso la seconda (Sestu) con enormi problemi di traffico. Perfino nella settimana che porta a Ferragosto, la città è tutt’altro che deserta. Pochi soldi per la villeggiatura. Anche i turisti, scoraggiati dagli aumenti dei traghetti, sono in calo netto rispetto all’ultimo anno buono, il 2009.
di Gianfrancesco Turano