Acqua pubblica in Lazio

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Acqua pubblica in Lazio

Corchiano (VT) è tra i 21 Comuni che hanno deliberato favorevolmente la proposta di legge sulla tutela e gestione pubblica dell’acqua e che il 27 settembre scorso hanno depositato presso la Corte d’Appello di Roma la richiesta di referendum propositivo.
Il testo di legge, elaborato collettivamente dal comitato promotore acqua pubblica Lazio, vuole recepire, a livello regionale, il risultato referendario del giugno 2011, nel quale i cittadini di tutta Italia hanno affermato di volere un servizio idrico pubblico e fuori dalle logiche di mercato.
Come si legge nel sito del comitato promotore, quelli dei servizi pubblici e dei beni comuni sono temi importanti che dovranno essere messi al centro della prossima campagna per le elezioni amministrative. “Temi con i quali la prossima maggioranza dovrà comunque necessariamente scontrarsi: la proposta di legge sarà infatti sottoposta a referendum regionale nel caso in cui il Consiglio Regionale non affronti l’argomento nei prossimi 12 mesi”.
La proposta parte dagli amministratori e da decine di migliaia di cittadini del Lazio che, in banchetti ed iniziative organizzate da comitati e associazioni, hanno firmato a sostegno dell’acqua pubblica nella regione.
“Le delibere – si legge in una nota diffusa dal comitato promotore acqua pubblica Lazio – approvate con la maggioranza dei due terzi obbligano il consiglio regionale a discutere entro un anno la proposta o andare a referendum. Dopo la grande vittoria referendaria del 12 e 13 giugno 2011 e i pronunciamenti della Corte Costituzionale, viene ancora una volta affermata la volontà dei cittadini e degli enti locali di considerare l’acqua un bene comune fuori da logiche di profitto e da gestire in maniera pubblica e partecipata”.
Come spiega il vice sindaco di Corchiano Livio Martini, “tra i punti che caratterizzano la proposta di legge depositata dai Comuni, si deve dare risalto a quelli riguardanti il governo pubblico e partecipato del ciclo integrato dell’acqua, la sostituzione degli ambiti territoriali ottimali con gli ambiti di bacino idrografico, la gestione del servizio idrico sottratto al principio della libera concorrenza, l’istituzione di un fondo regionale per laripubblicizzazione teso a favorire la gestione attraverso soggetti di diritto pubblico, come aziende speciali o consorzi tra Comuni”.
“E ancora, l’istituzione di un fondo regionale di solidarietà internazionale finanziato dal prelievo in tariffa di un centesimo di euro per ogni metro cubo di acqua erogata dal gestore e dal prelievo fiscale nazionale di un ulteriore centesimo per ogni bottiglia di acqua minerale commercializzata al fine di promuovere progetti di cooperazione decentrata e partecipata dalle comunità locali per affermare il diritto di accesso all’acqua, il bene più comune di tutti e tra tutti”.
“In un momento in cui la Regione Lazio fa parlare di sé per scandali e malagestione – si legge nel sito del Referendum per l’acqua pubblica nel Lazio  – vogliamo portare un serio progetto, per ripartire da qualcosa di concreto e condiviso da cittadini ed amministrazioni locali. Ripartiamo da una buona politica”.
I Comuni del Lazio che hanno depositato la richiesta di referendum alla Corte di Appello di Roma:
Corchiano (Viterbo); Oriolo Romano (Viterbo); Agosta (Roma); Acquapendente (Viterbo); Anguillara Sabazia (Roma); Bassano Romano (Viterbo); Capranica (Viterbo); Cassino (Frosinone); Castel Madama (Roma); Castiglione in Teverina (Viterbo); Cave (Roma); Cerveteri (Roma); Ciampino (Roma); Fiano Romano (Roma); Marano Equo (Roma); Pignataro Interamna (Frosinone); Pozzaglia Sabina (Rieti); Sambuci (Roma); Sutri (Viterbo); Toffia (Rieti); Velletri (Roma).