Finanza mafiosa

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Finanza mafiosa

A vent’anni dalle stragi di Capaci e Via D’Amelio, Valori, mensile di finanza etica, economia sociale e sostenibilità torna a parlare di mafia. Lo fa indagando sugli strumenti finanziari che permettono alle organizzazioni criminali, quasi indisturbate, di gestire, nascondere, riciclare e far fruttare i propri capitali. Dal gioco d’azzardo allo smaltimento dei rifiuti, fino al business delle rinnovabili: 140 miliardi di euro di fatturato solo in Italia, che possono essere facilmente spostati e nascosti grazie a tecniche finanziarie creative, già collaudate da anni anche fuori dai circuiti criminali. Questo e molto altro sul giornale in uscita: fatevi un’idea con le anticipazioni, in attesa di poter sbirciare tra le pagine…
Anche il sangue dei morti ammazzati si può riciclare in forma finanziaria. A dimostrarlo sono i tanti e “rispettabili” modi in cui le mafie reinvestono e fanno fruttare il denaro sporco, immesso e scomparso nei circuiti economici tradizionali. Il dossier di copertina di Valori di giugno spalanca gli occhi sulla “Finanza mafiosa”, che invade i mercati appropriandosi di strumenti economici che con la crisi di questi anni abbiamo imparato a conoscere. E se anche “Hedge mafia” non è ancora una dicitura riconosciuta ufficialmente da Wall Street, di certo alle authority di controllo tornerebbe utile leggere il nostro “Vademecum: come i criminali riciclano il denaro” senza lasciare traccia è purtroppo una lezione che le mafie hanno mutuato da soggetti che operano alla luce del sole. Magari praticando da anni forme d’inabissamento dei capitali. E poiché in Borsa si gioca, “La malavita al tavolo verde” ci sta volentieri, in concorrenza – ma spesso l’interesse è comune – con uno Stato croupier come l’Italia. E non solo. Perché alla criminalità di verde piace anche la green economy, le cui frontiere si aprono oggi ai boss, che coltivano “L’illecito all’ombra dell’energia pulita” e – questo ormai da anni – rendono la “Spazzatura preziosa. Il tesoro dell’ecomafia”, del resto, pare infinito in una società che adotta stili di vita come i nostri.
Il business del cemento è notoriamente al centro dei profitti criminali, e da qui comincia anche la sezione finetica. “Il mattone sulle montagne russe” come fotografia del mercato immobiliare dell’ultimo decennio: drogato dalla finanza e vittima di valutazioni slegate dalla realtà, incoerenti tra Paese e Paese. A dirlo è un’inchiesta dell’Economist e la paura dello scoppio di “Una “bolla” lunga 40 anni” comincia a spaventare più di qualcuno. Paura per uno spettro la cui apparizione si avvicina ma è difficile da prevedere per forma e tempistica. E dato l’attuale livello di trasparenza – scarso – di “Mercati e governance, il Vaticano rilancia” una riforma delle regole finanziarie che altri Stati hanno invece congelato. Se tale rilancio avrà esito e avvenga per scelta etica non possiamo dirlo, tuttavia verso una reale etica dei mercati tentano di condurci soprattutto i soggetti dell’economia solidale: e questa volta ci provano guidando un “Auto assicurata… a Gas”.
Non tutti la pensano allo stesso modo, tuttavia, ma tra guerra e pace il dubbio non possiamo averlo. E nella sezione economia solidale è tempo di ribadire che delle due l’unica che vale è “La sublime arte della pace”, sbugiardando anche chi viene a raccontarci quanto le spese militari portino ricadute finanziarie positive. E sarà bene gridarlo forte in un’epoca dominata dal dio denaro e in cui “Il dottor Stranamore è tornato”, più attraente che mai, pronto a mettere lo Stivale al centro dello scacchiere. Ma l’Italia non ripudiava la guerra? E soprattutto: “Quali valori ci uniscono? Al via il censimento del mondo ecosol” offre spunti di riflessione, prospettive di grandi numeri e dolci speranze per tutti. Dolci come le buone pratiche messe in campo e dolci perché “Il miele italiano in lotta contro pesticidi e sindrome cinese” ce la può fare. Anche se “Il dumping di Pechino allarma gli apicoltori” e – come una delle 7 piaghe d’Egitto – nessuno dimentica il 2007: per quell’anno di “Moria delle api, è scontro sull’insetticida killer”.
“Estote parati!” (state pronti!), perciò. Che il panorama internazionale potrebbe rabbuiarsi a partire dal crepuscolo minaccioso che cala sul Partenone. E con l’Europa che fa orecchie da mercante alla denuncia delle proprie indecisioni passate, montano le paure per un possibile “Effetto dracma, se Atene diventa Buenos Aires” non è detto che non se ne esca come l’Argentina, cioè con le ossa rotte. La Grecia, del resto, culla della civiltà del nostro Continente, è già oggi “Un Paese tagliato a brandelli”, mentre molto si muove nei suoi dintorni. Citando il maestro del thriller, si potrebbe parlare di un vero “Intrigo internazionale nel Mediterraneo levantino”: poco più in là di Atene che piange, Cipro e le nazioni circostanti cercano accordi invocando Laviathan, la bestia biblica che questa volta non porterebbe distruzione ma petrolio e gas naturale sommersi. E che sia allora l’occasione di riconsiderare meglio tutte le bestie… a Bruxelles cominciano a “Svelare i rischi delle sostanze chimiche senza test sugli animali”.
QUESTO E MOLTO PIÙ DI QUESTO SU VALORI DI GIUGNO 2012: UN NUMERO CHE CREDE NELLA MEMORIA DEI BUONI CONTRO LA FINANZA DEI CATTIVI. BUONA LETTURA!
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