"Non cancellate i nostri diritti" La Cgil verso lo sciopero generale

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cgil“Non cancellate i nostri diritti”
La Cgil verso lo sciopero generale

Venerdì 6 maggio mobilitazioni in tutta Italia. E astensione dal lavoro per i dipendenti pubblici e privati. Sotto accusa la politica economica del governo Berlusconi. “Basta con l’abbassamento delle tutele. Il Paese è seriamente impoverito” di CARMINE SAVIANO
“Non cancellate i nostri diritti” La Cgil verso lo sciopero generale
DIFENDERE il lavoro dagli effetti della crisi economica. Denunciare le “scelte depressive” del Governo e rilanciare l’occupazione. A poche ore dallo sciopero generale del 6 maggio la macchina organizzativa della Cgil è in piena attività. Documenti, proposte, mobilitazioni. Perché dopo trentasei mesi dall’insediamento dell’esecutivo guidato da Silvio Berlusconi “il paese è seriamente impoverito”. E i lavoratori subiscono “l’abbassamento delle tutele e la cancellazione dei diritti”. Quella che si annuncia è una giornata di proteste in decine di città italiane. Per arginare il degrado cui sembra condannata l’Italia.
VIDEO Lo spot della Cgil 1
Le categorie. Lo sciopero sarà a doppio binario. L’astensione dal lavoro sarà di 4 ore per tutte le lavoratrici e i lavoratori. Mentre sarà esteso all’intera giornata per i dipendenti della scuola pubblica e privata, per quelli del pubblico impiego, delle Poste, delle Telecomunicazioni, dei Poligrafici e della Rai. Si asterranno anche i lavoratori della ristorazione collettiva, delle farmacie e delle imprese di pulizia. Un Paese bloccato. Per il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, “lo sciopero parlerà a tutti, non sarà di un solo sindacato”. E ancora: “ci rivolgiamo all’intero mondo del lavoro, anche
a chi non è iscritto o è membro di altri sindacati”.
La piattaforma. Al centro della mobilitazione, le dodici proposte lanciate per risolvere i problemi del mondo del lavoro. Ammortizzatori sociali, un fisco giusto, la lotta all’evasione fiscale, una nuova politica industriale e il rilancio degli investimenti. E ancora: puntare su formazione e ricerca, costruire un welfare capillare e di qualità, adeguare il livello delle pensioni. Grande rilievo alla difesa delle categorie maggiormente colpite dalla crisi: dai precari agli studenti, alle donne. Poi la richiesta di alzare il livello di democracità interna dei luoghi di lavoro. Infine una nuova politica di accoglienza dei migranti e un federalismo equo.
Un dissenso generalizzato. Manifestazioni e cortei sono annunciati in tutte le regioni italiane. Appuntamenti anche nelle maggiori città. Da Napoli, dove interverrà la Camusso, fino a Bologna, Torino, Roma, Bari, Milano, Palermo. La mappa delle mobilitazioni si aggiorna di ora in ora. E per questo la Cgil ha aperto il portale internet “Verso lo sciopero generale del 6 maggio”. Un centro di informazioni costantemente aggiornato. Dove è possibile consultare documenti e statistiche e dove si possono visionare numerosi contenuti multimediali.
Le adesioni sono numerose. Si va da studenti e insegnanti, fino ai precari e ai Forum dei movimenti impegnati per il referendum sull’acqua pubblica e sul nucleare. Grande attenzione al tema dello sviluppo del mezzogiorno: “Il governo in questi mesi quando si è occupato della questione meridionale, lo ha fatto per motivi propagandistici e di controbilanciamento delle spinte leghiste e con una spaventosa e pericolosa logica di rapina”. E ancora: “Al Sud sono stati sottratti fondi, ancora bloccati dall’esecutivo, che usa l’arma dell’erogazione delle risorse per negoziare con le singole regioni la cosiddetta “riprogrammazione”, cioè l’accentramento delle decisioni e della spesa sui grandi progetti infrastrutturali”.
Il calvario della Cassa integrazione. E le ragioni dello sciopero riguardano anche i lavoratori sottoposti al calvario della cassa integrazione. Secondo gli ultimi dati diffusi dal sindacato, “sono oltre 470 mila i lavoratori che ne usufruiscono. E che nei soli primi quattro mesi dell’anno hanno già perso più di 1,5 milioni di euro”. Una ferita che coinvolge sempre più aziende: nel primo quadrimestre del 2011 “si sono registrati 2.573 nuovi ricorsi aziendali ai decreti di Cassa integrazione guadagni straordinaria”.
Da Repubblica
(04 maggio 2011)