Caso Marcucci, riaperta l'inchiesta dalla Procura di Massa

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Caso Marcucci, riaperta l'inchiesta dalla Procura di Massa

Schianto del Piper, serve la super perizia
Massa, la tragedia costò due vite. Il procuratore Giubilaro ha riaperto l’inchiesta: «Ci sono potenziali incongruenze»MISTERI D’ITALIA»L’INCIDENTE DEL 1992 LEGATO AL CASO USTICA
L”esposto presentato dall’Associazione Rita Atria, corredato da filmati televisivi, fotografie e documentazioni, ha convinto il procuratore capo Aldo Giubilaro a riaprire l’inchiesta sul tragico schianto aereo di Campocecina. Era il 2 febbraio del 1992 quando, nella caduta del Piper antincendio, morirono l’ex colonnello pilota Sandro Marcucci (sul colpo) e il dipendente della Comunità Montana Silvio Lorenzini (dopo un mese di agonia a causa delle ustioni). «Abbiamo individuato delle potenziali incongruenze – ribadisce il magistrato apuano – Rispetto a ventuno anni fa tecniche investigative e mezzi scientifici a disposizione degli inquirenti sono sicuramente superiori, ritengo che si tratti di un caso meritevole di attenzione, pertanto riprendiamo in mano tutto il fascicolo. Come sempre in questi casi, si parte dalla documentazione già agli atti, e da lì ripartiamo, il primo atto è la nomina di uno o più consulenti perché svolgano una approfondita perizia tecnica». La nomina potrebbe essere imminente. «La ricerca dei consulenti – aggiunge il procuratore capo – è già stata avviata, d’intesa con il pubblico ministero delegato Vito Bertoni. Certamente, devono essere professionisti con specifiche competenze per un caso del genere: ne avevamo contattato un paio, ma per precedenti impegni o altre difficoltà non hanno potuto accettare. Contiamo comunque a breve di individuare i profili professionali adeguati, poterli convocare e assegnare i quesiti. Quello della perizia tecnica – spiega il procuratore Giubilaro – è un percorso indispensabile, propedeutico per cominciare a dire se ci sia stato o meno un reato. Quindi, prima di tutto, chiederemo agli esperti di verificare, con i mezzi tecnici oggi a disposizione, se sia stato un incidente o qualcosa di diverso. All’epoca, come sappiamo, fu raggiunta una certa conclusione che in sostanza propendeva per l’incidente, alla luce dell’esposto ho ritenuto opportuno di riconsiderare il caso, e quindi non posso che affidarmi a una consulenza: alla luce della risposta che ci daranno gli esperti procederemo; ovviamente, se fosse confermata l’ipotesi dell’incidente, procederemmo anche noi con una richiesta di archiviazione. Altrimenti, si aprirà un’altra partita, con la ricerca dei responsabili del reato. Ma davvero, siamo nel campo delle ipotesi, non ho la sfera di cristallo». L’associazione Rita Atria ha reso noto, sul suo sito, il contenuto dell’esposto presentato in Parlamento, ma non quello presentato in Procura. Può dirci, in quella mole di documenti, cosa è stato in particolare a convincerla che fosse il caso di riaprire l’inchiesta 21 anni dopo? «Guardi, per motivi di riservatezza non le posso rispondere. Per un magistrato parlano gli atti: ho deciso di riaprire l’inchiesta, e questo credo sia ciò che conta». Massimo Braglia – Il Tirreno