Il 9 settembre si riunirà la Conferenza Stato-Regioni per approvare il decreto attuativo dell’articolo 35 parte integrante dello Sblocca Italia.
Esso se approvato non solo riclassificherebbe l’incenerimento come “attività di recupero” (anzichè di smaltimento) ma vorrebbe imporre nuovi impianti di incenerimento addirittura non previsti dai Piani regionali e una miriade di “ristrutturazioni” di impianti obsoleti allo scopo di bruciare rifiuti da tutta Italia. Non solo incredibilmente il Governo invece di impegnarsi a promuovere a favore di UN PIANO NAZIONALE DEL RICICLO E DELLA RIPARAZIONE-RIUSO (ed anche con la reintroduzione del vuoto a rendere) che darebbe lavoro a centinaia di migliaia di persone (pensiamo tra tutte le operazioni necessarie a quella di estrazione di metalli preziosi dai Rifiuti elettrici ed elettronici!) ancora una volta con l’accoppiata Renzi-Galletti si sdraia ai piedi della lobby degli inceneritori e delle fameliche multiutilities.
Se questo tentativo passasse si brucerebbe la opportunità di estendere sempre più le buone pratiche verso Rifiuti Zero decisive non solo per la tutela sanitaria ed ambientale delle comunità e dei territori ma addirittura per la nostra economia assolutamente bisognosa delle materie prime-seconde contenute nei rifiuti. Insomma, se il tentativo dovesse andare a buon fine significherebbe bruciare in un sistema già di per sé costosissimo ed inquinante (pagato dalle bollette dei cittadini) risorse che rappresentano una ricchezza economica in grado di connettere rispetto ambientale con promozione di impresa locale e tantissimi posti di lavoro.
L’altro effetto collaterale di tale “incursione piratesca” sarebbe quello di trasformare in carta straccia i Piani regionali con una deregulation incontrollabile dei conferimenti da fuori Regione. Il paradosso sarebbe quello di Regioni che puntano sulle buone pratiche (e per fortuna ce ne sono) e che già fanno registrare obiettivi superiori al 60%-70% di RD (e che magari prevedono obiettivi superiori al 70-75% oltre a piani di prevenzione dei rifiuti) costrette ad accogliere rifiuti da tutta Italia magari da Regioni arretrate e impermeabili alle buone pratiche.
Non parliamo poi dei cittadini: da un lato impegnatissimi a ridurre e riciclare i loro scarti e dall’altro costretti a subire l’inquinamento di chi ancora questo sforzo non lo sta facendo. ALTRO CHE SBLOCCA ITALIA! ORA OCCORRE UNO SBLOCCA CERVELLI che chiuda con questo ennesimo regalo alle multiutilities e con l’incenerimento per marciare verso UN CICLO ECONOMICO BASATO SUL CONTRASTO A TUTTI GLI SPRECHI E SULL’EFFICIENZA (non vogliamo più l’industria sporca ed assistita!).
Per questo un ampio cartello di forze locali e regionali con il PIENO SOSTEGNO DI ZERO WASTE ITALY HA PROMOSSO PER IL 7-8-9 SETTEMBRE MOBILITAZIONI TERRITORIALI da svolgersi preferibilmente di fronte ai palazzi regionali in modo da chiedere alle Regioni di non firmare questo atto di prepotenza avvelenato ed autoritario (si brucerebbe non solo la democrazia dei territori ma anche quella delle autonomie locali).
Nei prossimi giorni forniremo maggiori dettagli ma già da ora è disponibile un documento di “Osservazioni” curato da Enzo Favoino coordinatore scientifico di Zero Waste Europe e di Zero Waste Italy da divulgare al massimo ed altri strumenti (bozze di comunicati stampa e broshure) da utilizzare da parte dei gruppi che ulteriormente aderiranno a questa mobilitazione.
INCENERITORI ZERO… RIFIUTI ZERO: INDIETRO NON SI TORNA!
Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Europe e di Zero Waste Italy
5 Ottobre 2024