La spesa dei gruppi di acquisto solidale qualità, ambiente e qualche risparmio

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gaFrutta e verdura, carni e formaggi: gli acquisti collettivi rivoluzionano il mercato e tutelano l’ambiente. Viaggio alla scoperta dei Gas toscani. Sono più di 80 e privilegiano filiera corta, trasparenza e dialogo con le aziende fornitrici accuratamente selezionate. Il Gas Versilia è uno dei più grandi ed importanti d’Italia
di Elena Torre
 C’era una volta il contadino. Frutta e verdura li portava lui, al mercato. Al latte e ai formaggi ci pensava il pastore, alle carni e ai salumi l’allevatore. Altri tempi, altri sapori. Nostalgia? Non serve. Meglio rimboccarsi le maniche. Lo hanno fatto quelli dei Gas, i gruppi di acquisto solidale. Sono usciti dalla ruota del criceto. Via dalle autostrade della grande distribuzione, hanno aperto sentieri brevi e diretti. Frutta, latte e salumi arrivano direttamente da piccoli produttori locali, selezionati. E la qualità è garantita. Nessun intermediario, e il risparmio è assicurato. Il primo gruppo nasce nel 1994 a Fidenza, vicino Parma, terra di prosciutti e cooperative. Le famiglie iniziano a ritrovarsi, si organizzano per praticare comportamenti sobri, equi e solidali nella loro zona, iniziano gli acquisti collettivi, gli scambi tra le loro attività.
Oggi sono almeno 600 i Gas in tutta Italia, e oltre 80 sono attivi in Toscana. Dove i primi sono stati nel 1996 i pisani del Centro nuovo modello di sviluppo di Vecchiano, con la pubblicazione della “Guida al consumo critico”, con informazioni sul comportamento delle multinazionali per guidare la scelta del consumatore; nel 1997 nasce la rete dei gruppi d’acquisto, per collegare tra loro i diversi gruppi a livello nazionale, scambiare informazioni sui prodotti e sui produttori, e diffondere l’idea dei gruppi d’acquisto. Oggi il Gas Versilia è uno dei più grandi ed importanti d’Italia.
Per il 2010 ha in programma gemellaggi con realtà estere dopo quello di quest’anno con l’Amap francese (Association pour le maintien de l’agricolture paysanne). «I Gas – dice Enrico Santambrogio dei Gas Versilia, 45 anni, commerciante nel settore arredamento per interni – nascono da una riflessione sulla necessità di un cambiamento profondo del nostro stile di vita. Come tutte le esperienze di consumo critico, anche questa vuole immettere una domanda di eticità nel mercato, mettere al centro la persona, il rispetto dell’ambiente e dei lavoratori, la tutela del paesaggio». 
«Visitiamo periodicamente le aziende – racconta Vanna Niccolai dei Gas di Calci in provincia di Pisa, 33 anni, libera professionista – e invitiamo alla partecipazione nelle assemblee i produttori, pronti a sostenerli in caso di difficoltà nella produzione, ma anche per garantire il volume degli ordini, creando una relazione umana, di scambio (non solo monetario) e di confronto. Quella che si è creata è una comunità che condivide non solo la pratica dell’acquisto collettivo, ma anche un sistema di valori quali la reciprocità, la convivialità, il rispetto dell’ambiente e del lavoro, la difesa dei beni comuni, la condivisione». Filiera corta, trasparenza e dialogo: le aziende scelte dai Gas vengono selezionate con grande attenzione.
«I criteri che adottiamo sono quattro – spiega Paolo Menchini del Gas di Massa, 38 anni, disegnatore-; Uso di prodotti locali, per evitare che la merce viaggi inutilmente, riducendo l’inquinamento e valorizzando l’economia locale. Uso di prodotti biologici ed ecologici per rispettare gli equilibri naturali della terra e salvaguardare il territorio. Piccoli produttori per poterli conoscere direttamente ed instaurare con loro un rapporto di fiducia e di scambio di informazioni, e stabilire con loro il giusto prezzo. E prodotti del commercio equo-solidale per sostenere il sud del mondo utilizzando canali di rifornimento che rispettano le persone e il loro lavoro. Questi criteri vengono poi soppesati da ogni gruppo in completa autonomia determinando o meno la scelta di un fornitore.
Ma il risparmio c’è? «L’ottica del risparmio – dice Niccolai – non è centrale né prioritaria nella scelta di adesione al Gas: il risparmio è sempre sulle spalle di qualcuno (il produttore, l’ambiente, la collettività). I principi fondanti di un Gas dovrebbero essere la centralità della relazione tra le persone, siano esse consumatori o produttori, la sobrietà nel consumo, la consapevolezza dei processi produttivi e delle implicazioni sulle componenti umane ed ambientali». «In un primo momento alzi la mano chi non entra in un gas anche per risparmiare, – aggiunge Santambrogio – in fondo l’opportunità è data soprattutto dall’approvigionarsi di prodotti di alta qualità, sani, di stagione e ad un prezzo certamente più accessibile rispetto ai negozi. Subito dopo il primo approccio ci sono altre motivazioni che fanno si che la curva di fedeltà del gasista sia alta». “Il risparmio economico c’è – dice ancora Paolo Menchini – spesso riusciamo ad ottenerlo grazie all’acquisto collettivo direttamente dal produttore saltando ogni forma di intermediazione; ma ci impegniamo anche sul territorio per sensibilizzare la collettività sui temi a noi cari!”.