A Milano l'acqua costa meno. Cagliari, per i rifiuti si paga di più

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Questi i primi verdetti di un monitoraggio sulle tariffe del biennio 2008/09 in corso all’osservatorio Prezzi e Mercati di Indis, istituto di Unioncamere. Dove si scopre anche la grande discrepanza nella crescita della tassa. E che non è un problema di Nord e Sud
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A Milano l’acqua costa meno Cagliari, per i rifiuti si paga di più
ROMA – In tema di tariffe, il federalismo in Italia esiste già di fatto. Perché le tasse sull’acqua e i rifiuti non sono uguali per tutti ma cambiano, e anche di tanto, a seconda di dove si viva. E non mancano le sorprese, nel momento in cui ci si addentri in quel variegato panorama per capire a chi va meglio e a chi peggio. Ad esempio, che non è un problema di Nord e Sud, ma che certe discrepanze tagliano trasversalmente ogni area del Paese. E’ quanto emerge dal monitoraggio sulle tariffe locali, ancora in corso e di cui si apprendono i primi risultati, condotto dall’osservatorio “Prezzi e Mercati” di Indis, Istituto di Unioncamere specializzato nella distribuzione.
La ricerca, si focalizza sul biennio 2008/2009 in circa 50 capoluoghi di provincia, a copertura di circa il 30% della popolazione complessiva. E, sebbene sia “in progress”, offre già una chiara idea dei differenziali di spesa e di andamento da un territorio all’altro.
A proposito di acqua, non ci si aspetterebbe di trovare a Milano, la competitiva, ricca e cara capitale economica del Paese, una delle tariffe più convenienti. E invece è proprio così: per fare un paragone calzante, una famiglia di tre persone, nel capoluogo lombardo spende in acqua annualmente meno di un terzo di quanto paghi un analogo nucleo a Firenze. Acqua particolarmente cara anche a Genova e Bari.
Milano è invece tra le più esose sul fronte rifiuti,
dove però è più sorprendente trovare a Cagliari una tariffa 2,5 volte maggiore di quella registrata a Campobasso. Classifica, questa, nella quale spicca anche Palermo.
Anche i tassi di crescita delle tariffe divergono particolarmente tra valori minimi e massimi. Per quanto riguarda la tariffa dei rifiuti solidi urbani, i dati mostrano che la variazione del 4,6% rilevata dall’Istat nel 2009 sintetizza tassi di crescita delle diverse città compresi tra il -1% e il +57%. In termini di livelli, la spesa per una famiglia tipo composta da tre componenti varia sul territorio con un rapporto da 1 a 2,5, dal valore più basso, pari a 130 euro annui, di Campobasso fino al più alto, pari a 330 euro, di Cagliari.
Anche sull’acqua potabile le differenziazioni territoriali sono ampie. La variazione del 5,9% rilevata dall’Istat nel 2009 sintetizza tassi di crescita compresi tra il -13% e il +33%. In termini di livelli, fra i capoluoghi di regione la spesa per una famiglia tipo composta da tre componenti varia sul territorio con un rapporto da 1 a 4, dal valore più basso, pari a 81 euro annui di Milano, fino al più alto, pari a 317 euro, di Firenze.
Per quanto riguarda le tariffe pagate dalle utenze non domestiche (Pmi) si riscontrano sul territorio differenze ancora più ampie. Su 96 capoluoghi di provincia, per un profilo tipo di un albergo, ad esempio, la tariffa dei rifiuti solidi può variare dai 1.000 euro l’anno fino a 16.000, con un rapporto di 1 a 15. Per la tariffa dell’acqua potabile la spesa oscilla dai 7.000 euro l’anno fino a 38.000, con un rapporto di 1 a 20.
(15 novembre 2010)
http://www.repubblica.it/economia/2010/11/15/news/tariffe_a_milano_l_acqua_costa_meno-9141032/