Acqua, un mondo sempre più affollato e assetato

Home Ambiente Acqua, un mondo sempre più affollato e assetato

Acqua, un mondo sempre più affollato e assetato
Mentre il mondo si avvia ad avere una popolazione di 9 miliardi esseri umani entro il 2050, la richiesta d0acqua non è mai stata così forte, anche a causa dell’evoluzione dei modelli di consumo alimentare e dell’accresciuto bisogno di energia. A dirlo è la terza edizione del rapporto mondiale sulla valutazione delle risorse idriche che è stato presentato oggi in previsione del quinto Forum mondiale dell’acqua che si terrà ad Istanbul, in Turchia, dal 16 al 22 marzo.
L’edizione 2009 del rapporto triennale, che quest’anno e intitolata “l’Acqua in un mondo che cambia” presenta un quadro esauriente delle risorse di acqua dolce del pianeta e si occupa in particolare del ruolo giocato dall’acqua nello sviluppo e nella crescita economica. Presentando il rapporto, il direttore dell’Unesco, Koïchiro Matsuura, ha detto che «In un contesto segnato da penurie crescenti, per la gestione dell’acqua è più che mai necessaria una buona governance. La lotta contro la povertà dipende anche dalla nostra capacità di investire in questa risorsa»
Mentre la richiesta d’acqua aumenta, alcuni Paesi hanno già raggiunto il limite delle loro risorse idriche e il cambiamento climatico dovrebbe accentuare ancora la carenza idrica. «Si delinea una competizione per l’acqua, tra i Paesi, tra le aree urbane e rurali, ma anche tra i diversi settori di attività, che rischia di tradursi in futuro in una politicizzazione più marcata delle questioni relative all’acqua», si legge nel rapporto.
Occorrono quindi politiche immediate che servano a ridurre le perdite, a migliorare la gestione idrica e a ridurre la domanda d’acqua. Misure già avviate da numerosi Paesi per proteggere le loro risorse ma, constata il rapporto, «le riforme non hanno dato finora i loro frutti, perché fino ad ora le azioni sono state troppo spesso limitate solo al settore idrico. Per essere efficaci, devono coinvolgere anche i responsabili delle politiche in settori quali l´agricoltura, l´energia, il commercio e la finanza, che hanno un impatto sulla gestione delle risorse idriche». In questo campo è altrettanto importante il partenariato tra i governi ed il settore privato e la società civile.
Secondo i redattori del rapporto c’è una costante che si incontra: «l´accesso ai servizi di base legati all’acqua (acqua potabile, services de base liés à l´eau (eau potabile, servizi igienico-sanitari e produzione alimentare) restano insufficienti per una larga parte del mondo in via di sviluppo. Oltre 5 miliardi di esseri umani (il 67% della popolazione mondiale) nel 2030 non avranno accesso a strutture igienico-sanitarie decenti.
Mentre l’ambiente umano rischia il degrado, negli ultimi 50 anni i prelievi di acqua dolce sono triplicati e le zone agricole irrigue sono raddoppiate.
«Questo fenomeno di fondo è soprattutto legato alla crescita della popolazione – dice il rapporto – Oggi a 6,6 miliardi di persone e che aumenta di circa 80 milioni di persone ogni anno. Questo si traduce in una richiesta supplementare di acqua di 64 miliardi di metri cubi all’anno. Ora, il 90% dei tre miliardi di persone supplementari che andranno ad ingrossare entro il 2050 vivranno in dei Paesi in via di sviluppo, molti in delle regioni nelle quali già la popolazione attuale dispone di un accesso ristretto all’acqua».
Se a questo si aggiungono le previsioni della comunità scientifica mondiale che annunciano una intensificazione ed accelerazione del ciclo idrologico su scala planetaria legato al global warming, lo scenario si fa veramente preoccupante.
«Questa intensificazione – dice il rapporto Onu – potrebbe tradursi in un aumento del livello di evaporazione e delle precipitazioni. Se gli effetti di questi cambiamenti sulle risorse idriche restano ancora largamente incerti, ci attendiamo da questo che la mancanza d’acqua abbia ripercussioni sulla qualità dell’acqua e sulla frequenza di fenomeni come le siccità o le inondazioni».
Ad investire nel settore idrico non dovrebbero essere solo i Paesi ricchi, la prosperità futura dell’intero pianete dipende da quali politiche per l’acqua verranno prese e lo sviluppo e la salvaguardia delle risorse idriche sarà un elemento chiave per garantire lo sviluppo economico e sociale e probabilmente la pace.
Alcuni esempi positivi non mancano, come quello della Zambia che ha integrato le strategie di gestione dell’acqua nei suoi piani di sviluppo nazionale, facendo così in modo che numerosi donatori abbiano inserito nei loro investimenti nel Paese africano sostegni alla gestione idrica ed alla salvaguardia della risorsa acqua.
www.greenreport.it