Amazzonia: 70% di deforestazione causato dalla carne, è anche colpa nostra

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Amazzonia: 70% di deforestazione causato dalla carne, è anche colpa nostra

Il 18% della foresta amazzonica brasiliana (747000 km²) è stato distrutto negli ultimi 40 anni. Il 70% dell’area è occupata da pascolo per bovini che vengono esportati soprattutto nei paesi ricchi.
In Brasile tra il 1970 e il 2011 sono scomparsi 747000 km² di foresta amazzonica, pari a oltre il 18%. Il 70% del territorio deforestato è stato occupato da pascoli bovini, moltiplicando per 5 la produzione brasiliana di carne (da 1,8 a 9 milioni di t).
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I 3/4 di questa carne vengono consumati localmente dalla quota più ricca della popolazione (1), ma 1/4 viene esportato.
Anche l’Italia fa la sua parte nella deforestazione: come si può vedere nel grafico in alto, tra il 1997 e il 2007, prima della crisi, le importazioni sono passate da 10000 a 50000 tonnellate. Sono poi crollate nel 2008, per assestarsi oggi sulle 20000 t.
Tenendo conto che in Amazzonia ci sono in media 80 capi per km² di pascolo (2) e assumendo una resa di 230 kg per capo (dati FAOSTAT), ogni aumento di importazione di 1000 t equivale al taglio di circa 53 km² di foresta. Prima della crisi, il nostro contributo diretto (3) alla deforestazione era quindi pari a 2700 km² in meno di foresta.
Se gli alberi dell’amazzonia potessero parlare, direbbero probabilmente: meno male che è arrivata la crisi…
(1) Contrariamente a quanto si potrebbe pensare il consumo medio pro capite di carne Bovina in Brazile (FAOSTAT) è elevatissimo, ben 33 kg/anno (in Italia è di 24 kg/anno), consumo in buona parte riservato alle classi più ricche, visto che il 40% più povero della popolazione genera poco più del 20% del reddito e il 20% dei brasiliani vive con meno di 2 $ al giorno
(2) Secondo Greenpeace, tra il 1996 e il 2006 l’area a pascolo è cresciuta di 320 mila km², su cui si sono installati 26 milioni di capi
di Marco Pagani