Avifauna delle aree umide: la penuria di piogge limita l’estensione dei luoghi allagati e di conseguenza il numero degli animali
Come ogni anno anche questo gennaio si sono svolti i censimenti degli uccelli delle aree umide che sono coordinati e realizzati dal COT (Centro Ornitologico Toscano) per la Regione Toscana nell’ambito di un programma internazionale di monitoraggio degli uccelli acquatici (IWC – International Waterbird Census). Gli invasi della Garfagnana ed il Serchio domenica 8 gennaio e l’alveo del Padule di Bientina martedi 17 sono stati percorsi in lungo ed in largo da studiosi e appassionati che, muniti di binocoli e cannocchiali, hanno provveduto a scandagliare le aree umide alla ricerca di cormorani, anatre, aironi e altri uccelli acquatici. I dati, raccolti secondo procedure standard fin dal 1984, confluiranno in banche dati regionali, nazionali ed internazionali in modo da valutare
l’andamento delle popolazioni a differenti scale geografiche e l’importanza delle diverse aree nel sostenere gli uccelli acquatici. I totali registrati quest’anno non sono esaltanti: la penuria di piogge che sta contraddistinguendo la stagione, infatti, limita in tutta la regione l’estensione dei luoghi allagati e di conseguenza il numero degli animali. Nel padule di Bientina, ad esempio, specie come la pavoncella ed il
beccaccino che prediligono aree di acquitrino, scarse appunto per la siccità, hanno fatto registrare presenze molto inferiori alla media. I dati raccolti negli anni hanno permesso invece di riconoscere la rilevanza di questo sito che, proprio per la consistenza di pavoncella e beccaccino, è considerato di importanza nazionale.
Per fortuna la penuria di aree allagate è stata in parte bilanciata dal fatto che alcune zone hanno avuto notevoli miglioramenti ambientali: in particolare grazie all’impegno di molti, ma in primis dei proprietari e del Comune di Capannori, solo nei laghetti della Gherardesca si sono potuti contare quasi 3000 uccelli tra anatre, svassi e folaghe!
La zona ospita anche un ‘dormitorio’ di ardeidi ed aironi, dove alla sera si concentrano circa 300 tra cormorani, aironi bianchi maggiori, garzette ed aironi guardabuoi.
Quest’attività di monitoraggio permette di seguire nel tempo l’evolversi della presenza della fauna nella nostra regione e di comprendere meglio il ruolo dei singoli siti nella conservazione della biodiversità. Da questo punto di vista, il padule di Bientina riesce a mostrare sempre di più la propria vocazione e la speranza è che prosegua il cammino intrapreso da Amministrazioni, ambientalisti ed associazioni venatorie verso una più organica e funzionale forma di gestione, tutela e valorizzazione di quest’area, che tra le altre cose vanta anche quest’inverno la presenza di una poiana calzata (una rarità per l’Italia) e per il suo interesse sta diventando meta sempre più frequente delle visite di appassionati e di semplici escursionisti.
Gazzetta di Lucca
5 Ottobre 2024