È iniziata l’epoca del leader gentile. Il decalogo del buon manager secondo i docenti universitari

È iniziata l’epoca del leader gentile. Il decalogo del buon manager secondo i docenti universitari

Dalla gestione ottimizzata del tempo alla capacità di saper comunicare in maniera efficace, le qualità che deve possedere un leader di successo sono davvero tante. Non è un caso se negli ultimi anni il concetto di leadership è sempre più affermato, soprattutto in ambiente lavorativo. Sul tema, è un’indagine di Great Place to Work condotta da Espresso Communication a indagare sulle skill essenziali per i manager del futuro.

“Essere leader significa essere una fonte d’ispirazione e, soprattutto, un grande ascoltatore”, spiega Alessandro Zollo, amministratore delegato di Great Place to Work Italia, azienda di consulenza nonché leader nell’analisi del clima aziendale. “La pandemia ha velocizzato il processo di evoluzione dei capi d’impresa che hanno dovuto dare inizio a un processo di trasformazione aziendale per adattarsi alle nuove esigenze dei propri collaboratori e non solo. A tal proposito, emerge la figura del leader gentile, ovvero colui che motiva i propri collaboratori, invitandoli a dare il meglio: il capo d’impresa in questione si dimostra un vero e proprio coach, un punto di riferimento per tutti coloro che fanno parte del luogo di lavoro”.
PUBBLICITÀ

Per stilare il decalogo del buon leader sono stati coinvolti 20 professori universitari, tra cui Marco Lombardi, professore di Sociologia presso l’Università Cattolica di Milano, che spiega: “La qualità del leader si misurerà con la sua capacità di mantenere relazioni efficaci. Le competenze relazionali, a differenza di quelle tecniche, si coltivano nel tempo all’interno di ecosistemi più o meno favorevoli. Possiamo facilmente ripetere alcune parole chiave quali ascolto, disponibilità, empatia e impegno”.
Le 10 skill di un leader di successo

Dalla capacità di ascoltare attivamente le opinioni dei collaboratori alle attività volte a motivare l’intero team, i dati estrapolati da alcune ricerche internazionali del European Business Review e del Governo del Queensland ci confermano che i leader del domani devono necessariamente avere una forte attitudine alla crescita personale.
PUBBLICITÀ

Quindi quali sono, secondo gli esperti, le caratteristiche che i manager del futuro dovrebbero possedere? Ecco le 10 soft skills per diventare un leader di successo:

1. Ascolto attivo. Un buon leader deve avere a cuore le opinioni di tutti coloro che compongono l’azienda.

2. Motivational speaking. È importante che sappia motivare i collaboratori ispirando positività ma soprattutto fiducia.

3. Empatia. È la chiave da possedere per comprendere le esigenze dell’azienda e dei colleghi.

4. Interpersonal skill. La gentilezza fondamentale per avere successo nonché alimentare relazioni efficaci tra le mura dell’ufficio.

5. Gestione dei conflitti. Saper gestire e valutare le cause dei conflitti favorisce uno scambio di opinioni più efficace

6. Leadership collettiva. Tra i compiti del buon leader c’è anche quello di far sentire importanti i propri collaboratori, rendendoli un punto di riferimento per attività aziendali di rilievo: questo si traduce nel comprendere quando è il momento giusto di passare la parola anche agli altri dipendenti.

7. Comunicazione efficace. Deve essere in grado di comunicare in maniera efficace e chiara con i suoi collaboratori e clienti.

8. Time management. È la capacità di saper gestire e organizzare il lavoro rispettando le scadenze previste.

9. Feedback. I giudizi altrui sono di fondamentale importanza per aiutare le persone che ci circondano e migliorare sia dal punto di vista professionale che personale.

10. Flessibilità. Un leader deve sapere adattarsi alle diverse situazioni lavorative e trovare soluzioni ad eventuali problemi di percorso.

In conclusione, Alessandro Zollo afferma: “Restando sulla stessa lunghezza d’onda, empatia e flessibilità sono e saranno sempre di più i tratti distintivi della categoria. Questo perché il successo di un’azienda dipenderà sempre dalla capacità dei leader di mettere le persone nella condizione più corretta e performante possibile. Questo per creare così un clima aziendale, e di conseguenza anche un’esperienza di lavoro, favorevole all’esecuzione delle mansioni professionali delegate e al raggiungimento dei risultati sperati”.