San Francisco, una città che guarda alla sostenibilità sociale ed ambientale

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San Francisco, una città che guarda alla sostenibilità sociale ed ambientale

Praticamente tutte le iniziative della città più green degli Usa puntano anche all’inclusione degli emarginati. Con risultati straordinari, come la riduzione dell’80% dei rifiuti.
È la città più green di Usa e Canada, attivissima verso l’obiettivo Zero rifiuti entro il 2020, già oggi capace di riciclare l’80% della spazzatura, coinvolgendo i senza tetto e le fasce deboli della popolazione. San Francisco è stata premiata con il Green Cities Index, che la incorona città riciclona del Nord America. Con il Natale poi, ogni casa potrà avere un albero vivo, in vaso, da ripiantare dopo le feste. L’idea fa parte di un vasto progetto, l’ Urban Forest, che vuole raddoppiare il numero di alberi presenti in città con il sostegno di enti pubblici, aziende e privati cittadini. Un’altra vasta campagna natalizia spiega poi come rendere queste feste a rifiuti zero.
Un altro progetto finanziato dallo Stato della California fornisce acqua calda ottenuta da energia solare ai condomini popolari, per minimizzare le emissioni nell’aria e abbassare la richiesta di energia, ma anche per ridurre gli affitti. Nei condomini finora attrezzati il risparmio medio per un edificio abitato da 260 persone è 7mila dollari l’anno.
“Riciclare porta 10 volte più posti di lavoro che tenere aperto un inceneritore”, ha commentato il sindaco, Edwin M. Lee. La U.S. Environmental Protection Agency ha per questo lanciato la campagna: More Jobs Less Pollution partendo da un semplice dato. Se tutte le città statunitensi si comportassero come la capitale della Beat Generation si creerebbero 2,3 milioni di nuovi posti di lavoro. I risultati in salute? “Aver ridotto dell’80% i rifiuti inceneriti significa -80% delle emissioni di metano, gas serra 72 volte più potente del monossido di carbonio”, ha aggiunto il sindaco.
I senza tetto diventano portavoce green
Il traguardo Rifiuti Zero è da raggiungere entro il 2020 ma San Francisco ci lavora dagli anni ’80, con 13 milioni di investimenti totali e un unico obiettivo: non incenerire più nulla. I finanziamenti sono suddivisi in categorie. Prima di tutto si investe per formare i senza tetto e farne i portavoce green di ogni quartiere: insegnano ai residenti come riciclare al meglio, come fare un buon compost per gli orti urbani con i rifiuti della cucina, e via dicendo. E’ un modo per permettere loro di lavorare, farli sentire parte attiva della società e quindi inserirli nei programmi di assegnamento di una casa. Un altro progetto punta al recupero e al restauro di vecchi mobili, anche qui con l’inserimento lavorativo delle fasce deboli. Si promuovono il giardinaggio privato e gli orti cittadini, con corsi comunali gratuiti. Altri fondi vanno al riciclo artistico e creativo di materiali di ogni tipo, da usare ad esempio nei laboratori per bambini o nei workshop per adulti o in eventi e feste che prevedono l’ addobbo della città, come il Natale. 24mila dollari sono destinati alle iniziative che promuovono la consapevolezza sull’importanza di sviluppare un’anima green per la proprio salute e la bellezza della propria città, sostenendo idee e progetti giovanili. Infine, soldi pubblici sono stati investiti anche per promuovere lo scambio di abiti usati per bambini, Loved Twice ha già sottratto 5 tonnellate di rifiuti dalle discariche.
Urban Forest
La foresta urbana di San Francisco la trovate passeggiando. Ogni strada ospita alberi piantati dai volontari e dagli stessi abitanti del quartiere. Si è partiti da un presupposto: gli alberi in città sono particolarmente preziosi perché assorbono le emissioni inquinanti, riducono le incidenze di tumori e problemi di respirazione nei bambini; riparano dal vento e garantiscono ombra d’estate, riducendo il bisogno di energia per i sistemi di climatizzazione. Il verde agisce sull’umore, e ci rende più sani, più felici e più capaci di affrontare lo stress. Le strade di San Francisco contano circa 110mila alberi: l’obiettivo è raddoppiare questo numero.
I volontari non solo piantano e insegnano a piantare gli alberi nel viale di casa, ma rilevano dati di crescita e sviluppo a fini scientifici, allo scopo di capire meglio gli impatti positivi della vegetazione sulle metropoli, e determinare poi quale aree ne necessitano più di altre, con la collaborazione di climatologi. Il momento del trapianto inoltre è una festa, un momento di incontro con cena finale per volontari e residenti. Il risultato sono 1.000 alberi in più ogni anno, anche qui con possibilità di lavoro e di riscatto per le fasce sociali emarginate.
Natale a zero rifiuti
Tutto questo e molto altro è possibile anche grazie a una eccellente comunicazione, che il Dipartimento per l’Ambiente ottimizza ad esempio attraverso il suo sito Web. In questi giorni si spiega come fare delle feste di Natale feste a zero rifiuti, guidando passo passo i consumatori verso scelte responsabili e un risparmio sicuro a fine mese. Qualche esempio: si parte dal presupposto che una lista della spesa intelligente è una lista della spesa breve. E allora chiedete ai vicini di casa quegli strumenti che poi restano nel cassetto tutto l’anno, come la siringa per guarnire i dolci o ungere la carne, oppure la salsiera. Controllate almeno due volte cosa è già presente nella dispensa. Mentre fate acquisti, scegliete prodotti con imballaggi riciclati, o almeno controllate che si tratti di materiale riciclabile.
Il museo più verde
Una volta a San Francisco non potete perdervi il museo più verde del mondo: la California Academy of Sciences o Calacademy. Uno spazio espositivo gigantesco, sormontato da un tetto vivente ricoperto di vegetazione, 10mila metri quadrati per 1,7 milioni di piante che necessitano della sola acqua piovana per sopravvivere, mentre la speciale struttura permette di sfruttare tutta l’illuminazione naturale disponibile. Vanta un sistema di isolamento basato sul cotone riciclato e un meticoloso studio dell’architettura per ottimizzare luce e calore. Nato nel 1853 come museo mobile ospitato su un veliero, l’Academy eseguiva periodiche spedizioni scientifiche nell’oceano. Dopo il terremoto del 1989 è stato completamente ricostruito. Oggi è l’esposizione più eco-sostenibile al mondo ed è il più grande edificio pubblico insignito con il massimo punteggio per la Leadership in Energy and Environmental Design, ovvero quello che più di tutti si avvicina all’obiettivo delle emissioni zero.
Il progetto di ristrutturazione è dell’architetto Renzo Piano.
di Michela Dell’Amico