"Il seme della democrazia" la rivista Altreconomia sul Bilancio partecipativo di Capannori

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"Il seme della democrazia" la rivista Altreconomia sul Bilancio partecipativo di Capannori

Il seme della democrazia
A Capannori, i cittadini hanno contribuito all’elaborazione del bilancio comunale del 2012, gestendo 400mila euro. Saranno investiti nella scuola pubblica
di Giulio Sensi
I lavori “straordinari” alle scuole primarie e secondarie di Capannori, comune di 46mila abitanti in provincia di Lucca, partiranno la prossima estate.
A decidere gli investimenti che porteranno a sistemare e rendere più sicuri giardini e aree esterne, ad introdurre nuove tecnologie multimediali nelle classi, a migliorare gli spazi sportivi e ricreativi sono stati i cittadini, italiani e stranieri, estratti a sorte.
Il Comune ha messo sul piatto risorse pubbliche per 400mila euro, da destinare alle opere che ottanta persone hanno ideato e tutti i residenti sono stati chiamati a votare.
Capannori, già noto per i suoi avanzati progetti in campo ambientale, in particolare in tema di riduzione dei rifiuti, ha ricreato nella campagna lucchese lo spirito delle famose esperienze di Porto Alegre in Brasile. Il risultato è la prima prova di “bilancio partecipativo” in Italia, che si è concretizzata nei mesi scorsi con il progetto “Dire, fare, partecipare, il bilancio socio-partecipativo del Comune di Capannori”. Prima sono stati sorteggiati da un campione rappresentativo ottanta cittadini, venti per ciascuna delle quattro circoscrizionali in cui sono riunite le 40 frazioni. Nei mesi di settembre ed ottobre 2011 si sono riuniti frequentemente: prima per analizzare il bilancio del 2010, formulando pareri che sono stati integrati al bilancio sociale del Comune, poi per indirizzare le attività dell’anno successivo. Sulla base delle informazioni ricevute nell’analisi del bilancio, hanno messo nero su bianco alcune idee per nuove opere pubbliche. A novembre gli uffici del Comune hanno analizzato le proposte e si sono espressi sulla fattibilità o meno dei tanti interventi che erano stati prefigurati dai cittadini. Le idee fattibili sono quindi diventate schede progettuali e sono state sottoposte a una votazione aperta a tutti i residenti con età maggiore di 16 anni, stranieri comunitari ed extracomunitari compresi.
“Le idee emerse dai gruppi di lavoro -racconta Matteo Garzella, il consulente che ha coordinato il progetto- sono state molte. Gli uffici comunali le hanno filtrate e sono state scelte cinque o sei proposte progettuali per ognuna delle zone. Questo è servito anche ad avvicinare i cittadini alla macchina amministrativa, e far capire loro qual è il suo funzionamento e quali sono i progetti fattibili”.
“Dopo la selezione -continua Garzella-, abbiamo lanciato la ‘settimana del voto’. Per cinque giorni, dal 12 al 17 dicembre scorsi, la sala del Comune è stata aperta: ogni cittadino era chiamato ad andare in municipio per scegliere il miglior progetto della sua zona di residenza. Si sono espresse più di 1.100 persone, un buon numero che è una base di partenza per far crescere il progetto. Molto bene ha funzionato anche il voto on line”. E se nei primi anni dell’esperienza brasiliana i cittadini di Porto Alegre avevano deciso di puntare sulla sistemazione delle malmesse strade, a Capannori la priorità è stata la scuola, troppo trascurata dalle politiche pubbliche. “Tutti i progetti vincitori -spiega l’assessore all’Ambiente con delega alla partecipazione del Comune di Capannori Alessio Ciacci- fanno parte di un ambito, quello scolastico, che riguarda la vita quotidiana di molte famiglie. Dalla sistemazione dei marciapiedi alla pulitura dei canali intorno alla scuola, dalla cura dei giardini alla costruzione di aree gioco, i cittadini hanno espresso in questo modo il desiderio di scuole più accoglienti. Ma invitano anche ad investire in lavagne multimediali e computer più moderni, per migliorare la qualità della didattica”.
In totale saranno ventisette gli istituti che vedranno un intervento di miglioramento. “Da anni sperimentiamo la partecipazione -aggiunge Ciacci-: siamo partiti con esperienze all’interno delle commissioni comunali su vari temi, nell’Agenda 21, negli organi comunali. Ma è nella definizione del bilancio che la partecipazione si esprime ai più alti livelli, perché è lì che si decidono gli investimenti, è fra le sue pieghe che si disegna il futuro di una comunità. Per questo il Comune ha messo a disposizione 400mila euro, centomila per ognuna delle 4 zone”.
A misurarsi con le opere pubbliche “dal basso” non sono stati i soliti cittadini attivi. Gli 80 sono stati estratti a sorte da tutta la popolazione, secondo un campione rappresentativo. Un metodo che ricorda quello usato nell’antica “polis” greca dove i maschi adulti e di certe fasce sociali erano sorteggiati per partecipare alla vita pubblica. Molti secoli dopo le barriere sociali si sono abbattute e anche un 4% di immigrati, la percentuale di popolazione residente a Capannori proveniente da altri Paesi, ha potuto far parte dei gruppi.
“Per facilitare la loro partecipazione oltre i limiti classici delle assemblee in cui parlano solo i soliti -spiega ancora Garzella- abbiamo usato la tecnica del ‘world café’, una metodologia aperta che permette una sostanziale autogestione della discussione con alcune domande di riferimento”. A facilitare il processo di Capannori è stata una legge emanata dalla Regione Toscana, la numero 67 del 2007 sulla partecipazione, che mette a disposizione fondi per Comuni, singoli cittadini e imprese per realizzare processi partecipativi sul territorio.
Dalla Toscana sono giunti 45mila euro, utili al coordinamenteo del progetto e alla copertura di tutte le spese. “Abbiamo curato particolari importanti -aggiunge Garzella-, che hanno creato un clima positivo. Dalle cene offerte ai partecipanti, al trasporto da casa al Comune per anziani e invalidi. Per le famiglie con bambini ed era previsto anche il servizio di baby sitter. Prima di ogni seduta diffondevamo materiali specifici per permettere ai cittadini di arrivare preparati”. Un processo nel quale i politici sono rimasti dietro le quinte per non influenzare i lavori. “Solo ad un certo punto -racconta Garzella-, i cittadini coinvolti hanno richiesto un confronto con il sindaco, per rivolgergli alcune domande. Per rendere questa riunione efficace abbiamo coinvolto un cronometrista di una squadra ciclistica, che con un pannello luminoso misurava il tempo massimo per le domande e le riposte. In cinque minuti erano costretti ad andare subito al sodo e fra i cittadini e il sindaco Giorgio Del Ghingaro si è instaurata una empatia notevole. Sono cose che fanno bene alla politica e alla coscienza civica delle comunità”. “Questo è uno dei punti più importanti -chiosa l’assessore Ciacci-: generare processi che contrastino il clima di sfiducia e la crisi di rappresentanza dei partiti tradizionali”. A fine marzo gli ottanta cittadini verranno riconvocati per un’illustrazione dei progetti esecutivi da parte degli uffici. Un’ultima verifica, e poi le decisioni prese dai cittadini diventeranno realtà. —
L’Italia “partecipata”
Sono decine le esperienze di bilancio partecipato dei Comuni italiani degli ultimi anni. Tra i primi a sperimentarlo, ci sono stati Comuni dell’area milanese -Pieve Emanuele, Cinisello Balsamo, Paderno Dugnano, Canegrate, Locate Triulzi, Vimodrone-. In Toscana, Arezzo e Massa, oltre a Capannori. Quest’ultima è ritenuta la più articolata e approfondita ed è stata infatti definita bilancio “partecipativo”, perché rispetto alle altre vede un ruolo più creativo dei cittadini. In Toscana è stata anche approvata la prima legge sulla partecipazione in Italia, alla fine del 2007 grazie anche alla collaborazione con la Rete del nuovo municipio (www.nuovomunicipio.org). Il principio di fondo della legge è costruire momenti di discussione e partecipazione intorno a problemi collettivi con documentazioni chiare e trasparenti. La legge ha istituito un’Autorità che ha il compito di valutare e ammettere al dibattito pubblico le proposte sui grandi interventi e i progetti partecipativi degli enti locali, di offrire orientamento e consulenza ai processi, elaborare rapporti annuali e documentazioni utili. Anche la Regione Emilia-Romagna ha approvato una legge sulla partecipazione (la n. 03/2010) con l’obiettivo di ampliare la partecipazione attiva e il coinvolgimento dei cittadini, e che permette alcune forme di democrazia diretta sostenute dalla Regione stessa e dagli enti locali. Le esperienze emiliane di bilancio partecipato sono Colorno (Pr), a Parma, a Novellara (Re), a Reggio Emilia, Modena e Castel Maggiore (Bo). Andando verso Sud ci sono poi Grottammare e San Benedetto del Tronto (Ap).
Un’idea da copiare
Ecco i cinque passaggi per ripetere nel vostro Comune il processo “Dire, fare, partecipare, il bilancio socio-partecipativo del Comune di Capannori”
1) Sorteggio: vengono selezionati 80 cittadini, un campione rappresentativo della popolazione di 46mila abitanti
2) In 4 incontri gli 80 cittadini analizzano e commentano il bilancio sociale del Comune
3) Divisi in 4 gruppi di 20 persone (uno per ciascuna circoscrizione) definiscono i progetti di opere pubbliche prioritari, su cui i competenti uffici comunali esprimono un giudizio di fattibilità
4) I progetti selezionati vengono presentati in un’iniziativa pubblica, e con una settimana di elezioni aperte tutti i cittadini decidono su quali progetti spendere i 400mila euro messi a disposizione dal Comune
5) I progetti prioritari -quelli più- votati verranno realizzati dal Comune nel corso del 2012
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