Lucart punta sulla rotaia: via 2.500 tir dalle strade

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Lucart punta sulla rotaia: via 2.500 tir dalle strade

riciclo_tetrapak_800_800Duemilacinquecento tir l’anno tolti dalle strade e il 75% in meno di Co2 emessa in atmosfera: è questo l’obiettivo del primo progetto di trasferimento da gomma a rotaia, per l’approvvigionamento della  cellulosa, dal Porto di Livorno allo stabilimento Lucart di Diecimo. Il tutto è stato presentato questo pomeriggio (2 aprile) nella sede centrale di Diecimo, alla presenza di una platea gremita da istituzioni ed addetti ai lavori. L’innovativa soluzione logistica di Lucart, che coinvolge il raccordo ferroviario interno allo stabilimento di Diecimo, già attivo da qualche anno per il trasferimento del prodotto finito, prevede l’uso commerciale ed industriale della linea ferroviaria Livorno-Lucca-Aulla con una conseguente riduzione del traffico pesante lungo la circonvallazione di Lucca e nella zona della Valle del Serchio.
Mantenere la competitività assicurando al contempo la sostenibilità ambientale è un obiettivo che, come spiegano i relatori, può essere conseguito soltanto facendo rete tra imprese ed istituzioni. Ed il gioco di squadra intessuto da Lucart appare notevole, per il fatto che va a coinvolgere una struttura portuale e chiama a raccolta gli sforzi di altre aziende e delle istituzioni, dal livello locale fino al Governo, passando per la Regione.
“Questo nuovo progetto è la dimostrazione concreta dell’impegno di Lucart nella gestione di un business ecosostenibile lungo tutta la filiera, a partire dall’approvvigionamento dalle materie prime fino alla distribuzione del prodotto finito – afferma Massimo Pasquini, amministratore delegato Lucart –. La mobilità sostenibile è solo il primo passo di un percorso che siamo felici di compiere con l’appoggio delle istituzioni e di quelli che sono già i nostri partner. Il nostro obiettivo, nei prossimi anni, è quello di arrivare a togliere dalle strade fino a 7000 camion, grazie anche alla riattivazione dello scalo di Castelnuovo di Garfagnana. Questo approccio implica sfide impegnative, ma anche un’opportunità per il Paese per allinearsi al resto d’Europa, dove il comparto ferroviario delle merci è molto sviluppato”. Pasquini ricorda inoltre che anche altre aziende importanti, come Kerakoll, si sono dette molto favorevoli al ripristino della filiera del trasporto via ferro e, conseguentemente, alla riattivazione di uno scalo merci. Restando in tema il presidente della Provincia Stefano Baccelli afferma che, il 15 aprile prossimo, verrà intanto inaugurato lo scalo merci del Frizzone: “Come Provincia ci sentiamo un poco antesignani – spiega – circa alla preferenza accordata al trasporto su ferro. Tutti hanno presente lo scalo merci realizzato a Minucciano e, adesso, ne è pronto uno nuovo: la mia speranza è che non resti una sorta di cattedrale nel deserto e che le altre aziende recepiscano il segnale forte mandato da Lucart. Non basta l’intervento della politica, serve lo stimolo da parte degli imprenditori”.
La sinergia cin Trenitalia è stata e continua ad essere fondamentale: basti pensare che per il solo comparto di Lucca, nel 2014, sono stati messi a disposizione 350 treni, per un totale di 7mila vagoni, duecento dei quali in viaggio verso l’Europa del centro Nord. Tutto questo ha consentito di togliere dalle strade qualcosa come 12 mila camion, come evidenziato da Mario Castaldo, direttore della divisione di Trenitalia Cargo. L’apertura verso i nuovi mercati risulta poi essere un elemento vincente in termini di competitività: in questo senso anche il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini si sofferma su alcuni dati che debbono essere portati in controtendenza: “Il trasporto su gomma da noi costa 0,9 euro al chilometro, contro gli 1,4 del trasporto su rotaia in Germania: questo aumenta sensibilmente il gap tra i due paesi. Lucca probabilmente dovrà studiare una sorta di onorificenza per Lucart, perché questa operazione porta via 2500 camion dalla circonvallazione. Adesso bisogna continuare ad investire sulle linee, continuando ad interagire”.
In controtendenza rispetto alla situazione dominante in Italia, dove prevale il trasporto su gomma e il valore del trasporto ferroviario delle merci raggiunge appena il 6 per cento, Lucart ha deciso di investire su quest’ultimo comparto che, oltre ad essere il vettore più ecologico (a seconda della composizione un treno merci può equivalere fino a 40 tir), contribuisce a liberare arterie sempre più intasate, valorizzando il sistema dei collegamenti interni. Dopo anni di alterne vicende dovute al cambiamento delle politiche commerciali di Trenitalia, alla qualità del servizio ferroviario ed alla disponibilità di carri ferroviari, in tre anni, dal 2011, Lucart ha incrementato il numero di vagoni utilizzato per il trasporto delle proprie merci, da 89 a 724, con un riduzione sensibile sia del traffico sia delle immissioni inquinanti tipiche del trasporto su gomma. Nel 2013, ad esempio, l’impegno di vagoni ha evitato l’immissione in atmosfera di circa 470 tonnellate di Co2. Il progetto di mobilità sostenibile ed ecocompatibile, elaborato da Lucart in accordo con Cilp, Compagnia Impresa Lavoratori Portuali di Livorno e Top Rail, società di servizi ferroviari, rappresenta per il sistema cartario lucchese un obiettivo di mobilità e logistica sostenibile a impatto zero, con dei vantaggi economici, sociali e ambientali.
I rappresentanti della Compagnia Portuale di Livorno, primo tra tutti il presidente Enzo Raugei, ricordano inoltre come il volto dell’intera costa toscana sia prossimo a cambiare radicalmente, per il fatto che gli investimenti in cantiere superano il miliardo di euro. Gli scenari di mercato con il comparto lucchese, osservano, potranno ulteriormente essere arricchiti dall’allungamento degli attuali binari.
Il presidente della regione Enrico Rossi non riesce ad essere presente a causa di un impegno sopravvenuto, ma lascia che ad esprimersi sia il consigliere Marco Remaschi. Quest’ultimo ripercorre la gloriosa storia di Lucart, soffermandosi sull’indotto di dimensioni internazionali e sugli oltre 1200 dipendenti attualmente impiegati, senza mancare di ricordare che la regione non si tirerà indietro di fronte alla necessità di nuovi investimenti”. Un concetto, questo, che viene ripreso ed esteso anche dagli onorevoli Andrea Marcucci e Raffaella Mariani: “Gli ultimi sette anni – afferma il senatore – sono stati contrassegnati dalla crisi, ma si comincia ad intravedere un’inversione di tendenza. Le imprese di questo territorio non sono affatto ferme: ci sono diversi segnali in proposito. Finalmente tutti gli attori di questo importante processo hanno capito che, per far funzionare le cose, bisogna fare sistema. Le industrie sono forti alleate del benessere di una società, perché creano posti di lavoro e prosperità. Dal canto mio farò tutto quello che posso perché questo progetto vada avanti e si sviluppi”. Raffaella Mariani evidenzia invece il “Rinato interesse per le aree più svantaggiate del territorio”, rammentando come dai tavoli previsti con il Governo siano emerse rassicurazioni in ordine agli investimenti futuri”. Parole di elogio vengono spese anche da parte del sindaco di Borgo a Mozzano Patrizio Andreuccetti e del sindaco di Castelnuovo Andrea Tagliasacchi: il primo si sofferma sull’importanza del segnale per il territorio, puntando i fari sull’aspetto della maggiore sicurezza sulle strade e sul miglioramento della qualità della vita, mentre il secondo ribadisce il vivo interesse per un progetto che è work in progress, caratterizzato da una visione che va oltre la zona di Lucca.
Nel salutare i suoi ospiti Pasquini auspica infine che dalle parole si passi presto ai fatti, per accelerare decisamente i tempi di un progetto che, unico nel suo genere, si presta a fare da apripista per ulteriori innovazioni che sappiano coniugare i verbi della competitività e della sostenibilità ambientale.
Paolo Lazzari