Weis Markets crea valore dal rifiuto organico che diventa un prodotto a marchio Featured

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Weis Markets crea valore dal rifiuto organico che diventa un prodotto a marchio Featured

weis_compostUn’iniziativa da imitare da parte della GDO nostrana abbinandola a regolari programmi di donazione del cibo invenduto estesi a tutti i punti vendita
Questa volta l’eco news non arriva da una delle solite e note insegne della Grande Distribuzione che spesso fanno parlare di sè per i diversi progetti di riduzione dell’impatto ambientale intrapresi. A livello internazionale come nazionale.
Si tratta infatti di Weis Markets, Inc., un’insegna della Pennsylvania, sconosciuta ai più che opera in cinque stati americani con 164 punti vendita.
Weis Markets è il primo retailer al mondo che sta trasformando il rifiuto organico prodotto da circa un terzo dei suoi punti vendita, in una risorsa commerciale dando vita ad un prodotto a marca propria, un compost certificato di qualità.
Il compost è prodotto da Biosoils American & Compost ABC a partire dagli scarti dei reparti fiori, ortofrutta e avanzi alimentari vari, provenienti da 30 punti vendita, che diventeranno 50 a settembre.
Il prodotto marchiato Weis Choice Compost ha ottenuto la certificazione dal U.S. Composting Council che lo consiglia per prati erbosi, giardini, siepi e arbusti. Confezionato in sacchi da 10 chili circa viene messo in vendita in tutti i punti vendita a 5 $ dollari.
Weis ha lanciato questo progetto come adesione allo specifico programma dell’EPA per sottrarre i rifiuti organici dalle discariche “Food Recovery Challenge”.
Altre azioni che l’insegna ha in programma sono l’incremento di frequenza nella donazione dei prodotti da forno invenduti – già in corso in tutti i negozi- e l’estensione del programma di donazioni anche ad altre tipologie di alimentari del settore carni e ortofrutta.
Una soluzione di questo tipo per il proprio rifiuto organico portata avanti dalla Grande Distribuzione nostrana farebbe felici i “Mille sindaci a spreco zero” il movimento promosso da Andrea Segrè e Last Minute Market nel 2012. Affiancata da puntuali iniziative di donazione del cibo invenduto sul modello di Last Minute Market o Siticibo, estese a tutti i punti vendita lo spreco alimentare del settore distributivo potrebbe arrivare vicino allo zero.
Lo spreco di cibo è paradossale per la parte del mondo che sofrre la fame ma anche in Italia dove il 6% di famiglie nelle aree sociali più povere non riesce a mettere insieme pranzo e cena, e con sempre più persone che affollano le mense della Caritas o altre organizzazioni simili.
Per affrontare su tutto il territorio lo spreco alimentare – ma non solo- i sindaci che si sono riuniti recentemente in Forum a Padova, in occasione della «Green week», hanno firmato la «Carta spreco zero».
Si tratta di un decalogo di buone pratiche che rende subito operative le indicazioni della Risoluzione del Parlamento europeo contro lo spreco alimentare:
“Come evitare lo spreco di alimenti: strategie per migliorare l’efficienza della catena alimentare nell’UE”. La carta è già stata sottoscritta da oltre 230 Comuni e dai Governatori del Veneto e del Friuli Venezia Giulia.
Secondo lo studio pubblicato da Waste Watcher, l’Osservatorio internazionale dell’Università di Bologna, il 25% della spesa per alimenti in Italia finisce nella spazzatura di casa.
Silvia Ricci dal sito dei Comuni Virtuosi