Le associazioni ambientaliste contro gli sconvolgenti tagli al Ministero dell'Ambiente

Home Ambiente Le associazioni ambientaliste contro gli sconvolgenti tagli al Ministero dell'Ambiente
Le associazioni ambientaliste contro gli sconvolgenti tagli al Ministero dell'Ambiente

Per il 2012 un bilancio al lumicino di 380 milioni di euro pari a 1/5 del bilancio 2008: solo 60 milioni per interventi mettono a rischio il territorio e la salute dei cittadini. I settori più colpiti: contrasto dei cambiamenti climatici, disinquinamento dell’aria, rischio idrogeologico, parchi marini. La protesta di WWF, Legambiente e Lipu
WWF
“I nuovi tagli economici al ministero dell’Ambiente lo pongono oggettivamente in una situazione di caduta libera verso la liquidazione le cui conseguenze, come già alcuni mormorano, potrebbero in prospettiva portare alla soppressione stessa del dicastero mentre già oggi mettono a rischio il l’incolumità dei cittadini perché sottraggono fondi ad interventi fondamentali per la messa in sicurezza del territorio come ad esempio quelli per il contrasto al dissesto idrogeologico molto diffuso nel nostro Paese”. Così il WWF Italia commenta la notizia dei nuovi tagli ai fondi del Ministero dell’Ambiente previsti nel DDL Stabilità.
“C’è chi da tempo lavora per un accorpamento del ministero dell’Ambiente con quello delle Infrastrutture e chi invece vorrebbe la sua trasformazione in un dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri che orienti e verifichi le Politiche ambientali dell’intero Governo. Il WWF oggi invece ritiene indispensabile difendere ancora una volta il Ministero dell’Ambiente come autonomo e indipendente da altri, al pari dei ministeri dell’Ambiente di tutti gli Stati avanzati e non solo”.
Bilancio 2012: un gruzzolo di 60 milioni di euro per difendere l’ambiente
“La situazione ad oggi è drammatica poiché, al netto delle spese obbligatorie e degli oneri inderogabili, il Ministero per il 2012 avrà una capacità economica di spesa di solo circa 60 milioni di euro. Il taglio previsto di 124 milioni di euro per il bilancio 2012 porterà infatti il ministero dalla dotazione complessiva degli iniziali 504 milioni di euro a quella di circa 380 milioni di euro, rispetto ai quali le spese obbligatorie e gli oneri inderogabili ammontano a circa 320 milioni (di cui 288 circa solo per pagare il personale). Il bilancio del ministero sarebbe complessivamente quindi ridotto a quello di una città di provincia di medie dimensioni.
“Il bilancio 2012 del ministero (380 milioni di euro) corrisponde a circa 1/5 rispetto al bilancio lasciato dal Governo Prodi e dall’allora ministro Pecoraro Scanio che aveva portato il ministero ad una dotazione economica di 1 miliardo e 649 milioni di euro (bilancio 2008). Il WWF condivide a pieno le ferme prese di posizione fatte dal ministro Prestigiacomo ma osserva che, per usare un eufemismo, si deve essere anche verificato una ‘problema di relazione’ tra gli uffici del ministero dell’Ambiente e quelli del ministero del Tesoro. I tagli infatti sfuggono a qualunque logica sia di ordine contabile che di ordine politico – amministrativo: porre il ministero dell’Ambiente nell’impossibilità di agire significa di fatto abrogarlo senza avere il coraggio di dichiararlo”.
I settori più colpiti
“I settori che maggiormente subiranno gli effetti dei nuovi tagli sono quelli legati al contrasto dei cambiamenti climatici, alle azioni di disinquinamento dell’aria e al dissesto idrogeologico. L’entità dei rispettivi tagli è ancora in discussione ma dalle prime indiscrezioni risulta che tutti gli interventi per le politiche sui cambiamenti climatici legate al protocollo di Kyoto subirebbero un taglio di 32 milioni su 35 inizialmente previsti per il 2012; quelli a sostegno dell’efficienza energetica avrebbero un taglio di 17 milioni sui 20, gli interventi di disinquinamento dell’aria passerebbero da 17 milioni a 2 milioni con un taglio di 15 milioni di euro. Drammatico anche il taglio dell’assetto idrogeologico dove dai 31 milioni di euro inizialmente previsti – già enormemente insufficienti rispetto alle esigenze del Paese – si arriva a 16 milioni di euro con un taglio di 15 milioni. I parchi marini invece subirebbero un taglio di 1 milione e 800mila euro passando da 5 a 3 milioni di euro circa, disponibili a stento per garantirne la gestione ordinaria”.
Legambiente
“Finalmente anche il ministro Prestigiacomo si accorge della scomparsa del suo dicastero”. Il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza commenta così le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo sui tagli previsti dalla legge di Stabilità, che sottrarrebbero al suo ministero il 90% delle risorse in 4 anni.
“Denunciamo ormai da anni i tagli all’Ambiente – prosegue Cogliati Dezza -. Si è passati dal miliardo e 300 milioni di euro del 2008 a 120 milioni di euro previsti per interventi ambientali nel 2012. Sin dal suo insediamento il governo Berlusconi ha sistematicamente falcidiato i fondi destinati alla tutela del territorio, considerando il ministero dell’Ambiente alla stregua di un ente inutile da sopprimere. In questo modo sono stati sottratti i fondi per le bonifiche, quelli per la prevenzione del dissesto idrogeologico in un Paese dove alluvioni e frane sono all’ordine del giorno con ingenti costi umani ed economici. E ancora, le risorse per una mobilità sostenibile, per la gestione dei rifiuti o per il funzionamento delle aree protette. Settori che, adeguatamente finanziati, potrebbero rappresentare, invece, altrettante occasioni di sviluppo e crescita del Paese”.
“Già oggi il ministero dell’Ambiente è ridotto al lumicino – conclude Cogliati Dezza -. I tagli contenuti nella manovra di oggi sarebbero a tutti gli effetti il colpo di grazia”.
Lipu
Così il presidente LIPU-BirdLife Italia Fulvio Mamone Capria commenta l’ulteriore forte riduzione di risorse prevista per il 2012 a carico del ministero guidato da Stefania Prestigiacomo.
“E’ da tempo – dichiara Mamone Capria – che con altre associazioni denunciamo i continui tagli che colpiscono il ministero, in particolare quelli relativi ai parchi nazionali. Che fine farà il territorio italiano, martoriato dal dissesto idrogeologico, come salveremo la biodiversità dalla cui sopravvivenza dipende anche l’uomo? Quali gravi danni alla natura e allo stesso turismo causeremo con la chiusura, di fatto, dei parchi nazionali senza piu’ un finanziamento adeguato?
“I tagli previsti dalla legge di stabilità – conclude – fanno arretrare il nostro Paese di diversi decenni e ci pongono fuori dall’Europa, che invece ci chiede di salvare le specie in pericolo e di tutelare le risorse naturali e la salute dei cittadini, per non parlare dell’inquinamento e della lotta ai cambiamenti climatici, una delle sfide mondiali dei prossimi anni. Il Governo – conclude – si assuma le proprie responsabilità e vada ad eliminare le spese militari, gli sprechi e recuperi i soldi da chi furbescamente non paga tasse e contributi.”