L'Italia non rispetta gli obiettivi per la riduzione della Co2

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Nel 2007 l’Europa ha emesso 59 milioni di tonnellate di CO2 in meno rispetto al 1990, ovvero una diminuzione nel trend complessivo del 1,2%, ovvero 9,2% in meno rispetto al riferimento del 1990. Il motivo? Nel 2007 ha fatto più caldo rispetto agli anni precedenti, quindi gli europei hanno usato meno il riscaldamento, e si sono risparmiati soldi risorse ed emissioni.
Una specie di gatto che si morde la coda insomma, la CO2 fa aumentare il riscaldamento globale, che fa diminuire il riscaldamento casalingo, che fa diminuire di nuovo la CO2. Fosse così facile, ovvero, fossero solo i riscaldamenti il problema…
Forse lo sanno anche a Bruxelles, perchè non hanno per niente cantato vittoria. Ricordiamo intanto che ci siamo che la politica energetica comunitaria prevede come obiettivo la riduzione del 20% delle emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 1990, obiettivo da raggiungere entro il 2020. Insomma c’è ancora parecchia strada da fare, anche perchè non tutti i paesi europei si sono messi in moto in questo senso, e noi Italiani ne sappiamo qualcosa…
Meno gas serra da impianti industriali europei, ma l’Italia supera il tetto
Dopo i dati sulle emissioni in generale, arriva l’annuncio che calano in Italia ed Europa quelle di gas serra provenienti dai maggiori impianti industriali, che però nel nostro Paese rimangono oltre il tetto prestabilito, scendendo tra 2007 e 2008 di 6 milioni di tonnellate e fermandosi a 220 milioni 661 mila 994.
Il tetto per l’anno passato era però stato stabilito in 211 milioni 583mila 433 tonnellate, quindi siamo andati oltre il consentito, un po’ come in tutta Europa, anche se con i dovuti distinguo. In generale il calo è stato del 3%, ma ben otto paesi hanno aumentato le proprie emissioni industriali: si tratta di Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Austria, Ungheria, Svezia, Slovacchia, Lituania, anche se alcuni di essi (gli ultimi tre della lista) sono rimasti sotto il tetto che dovevano rispettare nel 2008.
I più virtuosi, che hanno ridotto le emissioni e al tempo stesso sono rimasti sotto il tetto prefissato, sono Romania, Portogallo, Malta, Lussemburgo, Lettonia, Francia, Finlandia e Repubblica Ceca. Secondo il commissario europeo all’ambiente, Stavros Dimas, il calo è la dimostrazione del funzionamento del sistema ETS, che prevede un mercato di emissioni con conseguenti obblighi per le imprese (impianti) dei settori coinvolti. Di tutti gli impianti partecipanti, solo lo 0,9% non aveva acquistato entro la scadenza (primo maggio 2009) i diritti di emissione necessari per coprire l’eccedenza rispetto al proprio tetto. Questi impianti, va ricordato, dovranno pagare una sanzione di 100 euro per tonnellata di gas serra in eccedenza, oltre a dover comunque acquistare sul mercato i diritti di emissione mancanti.
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