Raphael Rossi «Il mio no alla vecchia politica per ventitré assunzioni inutili»

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Raphael Rossi «Il mio no alla vecchia politica per ventitré assunzioni inutili»

«Il mio no alla vecchia politica per ventitré assunzioni inutili»
Asìa, lettera dell’ex presidente Rossi al Mattino dopo il rapporto del Comune
di Raphael Rossi
NAPOLI – Come dichiarato più volte, vorrei restare a Napoli convinto che la «rivoluzione arancione» non si sia interrotta. Ho detto che sono a disposizione di Luigi De Magistris perché credo sia ancora il sindaco migliore per la città. Nonostante abbia pensato, non lo nascondo, che questa vicenda dell’avvicendamento in Asìa si potesse gestire in modi e tempi diversi (ma non sono io a prendere tali decisioni).
L’amarezza invece mi è venuta leggendo i giornali di questi giorni. Altro che Terme di Agnano, per ora ho visto solo i fanghi! Leggo che il vicesindaco Tommaso Sodano ha richiesto ai dirigenti dell’Asia «una nota riservata» sui miei primi sei mesi a Napoli, salvo poi far trapelare «la nota riservata» sui giornali (è questa la nuova politica?). Il «fango curativo» che si cerca, forse, è legato a spese e consulenze. Anche se lo stesso autore dell’articolo nel suo «scoop» si pronuncia cautelativamente: «Consulenze, sia chiaro, non abnormi».
I risultati positivi ottenuti in breve tempo e replicabili in futuro parlano chiaro sugli investimenti, contenuti, che abbiamo fatto. Per trasparenza, a me risultano queste forniture: 48.500 euro per consulenze di comunicazione ed educazione alla sostenibilità, 39.000 per consulenza ingegneristica sulla differenziata e 38.500 per formazione e consulenza organizzativa. Il totale è inferiore ai 150mila di cui si è parlato nell’articolo uscito ieri. A fronte di tali spese, comunque, ci sono dei risparmi. Cito per esempio la consulenza tecnica che ha permesso, tra le altre cose, di dimezzare il costo dei sacchetti in plastica che Asìa compra a milioni.
Cito poi il risparmio sul progetto con le scuole «Educambiente» che l’anno passato era costato 80mila euro e quest’anno, con una formula proposta dai consulenti, ha inciso di più ed è costato quasi niente, costruendo oltretutto una rete con l’assessorato all’Istruzione che rappresenta un modello di sinergie tra istituzioni. Come termine di paragone, segnalo che a metà novembre mi è stato comunicato dal Comune che esisteva un affidamento a un’agenzia di comunicazione, eredità dalla precedente amministrazione, per oltre 300mila euro (sì, avete letto bene).
Ovviamente, prima, quindi a partire da luglio, ho dovuto attivarmi con iniziative di informazione e comunicazione (l’Asìa riscuoteva una fiducia bassissima nella cittadinanza) ed educazione sulla raccolta differenziata (c’erano troppo pochi strumenti e progetti in tal senso). Tuttavia, rifletto sul fatto che attaccarmi con le «consulenze agli amici» è un modo semplicistico per bilanciare il mio rifiuto di assumere le 23 persone (costo: circa 700mila euro l’anno) dell’ex mai costituito «Consorzio di bacino Napoli 5».
Ma la maggior parte dei cittadini è più intelligente di quanto possa credere la vecchia politica. Abbiamo riscontrato che sull’argomento rifiuti i napoletani non sono più spettatori passivi della politica ma vogliono incidere sul cambiamento della loro città: si informano, partecipano e controllano. E soprattutto si vergognano e non sopportano un modo di fare politica così vecchio.
Di questo va ringraziato soprattutto De Magistris che ha messo in circolo nuove energie per esprimere un forte bisogno di riscatto. Per esempio, i cittadini sanno che io non ho reso esecutiva una delibera, approvata all’unanimità (!) dai partiti politici in Consiglio Comunale per l’assunzione di 23 persone (in media di 53 anni) perché ritengo sia molto più vicino alla rivoluzione napoletana dire «no» all’assistenzialismo (queste persone ricevono uno stipendio da 12 anni, senza in pratica aver mai lavorato) e «sì» alle assunzioni di giovani (sarebbero stati circa 60 con grosso modo gli stessi soldi spesi per i 23) in grado, magari, di spazzare davvero la città, e di farlo per almeno 20-30 anni di attività prima della loro pensione.
Ritengo anche che senza un bando pubblico e una copertura finanziaria non si possa proprio assumere. Per fare un altro esempio, i cittadini (e i giornalisti) sanno che io ho voluto strenuamente gli accordi per le navi all’estero, trattando personalmente con le aziende olandesi, che metteranno la città in sicurezza dall’emergenza rifiuti.
In nome dei cittadini napoletani, delle migliaia di persone che hanno raccolto l’immondizia con me o partecipato alla rete delle «Quattro Giornate della raccolta differenziata», chiedo responsabilità nelle uscite pubbliche alla politica locale, che mette in contrapposizione me e Raffaele Del Giudice, quando sono giorni che entrambi dichiariamo stima reciproca, unità d’intenti e volontà di collaborare in futuro.
Chi ci ha visto lavorare insieme in questi sei mesi conosce la verità. Riguardo i nuovi incarichi, è stato scritto che mi hanno proposto le Terme di Agnano o la Elpis. Ok, grazie: io però non cerco un «posto», ma intendo aderire a un progetto coerente con la mia professionalità e con la linea tracciata (in Asìa) lavorando verso e con la cittadinanza. Proprio a questo proposito con Raffaele Del Giudice abbiamo già parlato di «progetto per Napoli». Questo significa «fare squadra».
Concludo ribadendo che con il sindaco c’è allineamento: io ho scelto di sperare ancora, insieme a tanti napoletani, nella rivoluzione arancione e nella «nuova politica».
*ex presidente Asìa