Anche il WWF contro la fuzione di Hera e Acegas. Scelte contro il Referendum

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Anche il WWF contro la fuzione di Hera e Acegas. Scelte contro il Referendum

WWF ITALIA: A CHI GIOVA LA FUSIONE TRA ACEGAS APS E HERA? LA FUSIONE ANDREBBE CONTRO GLI ESITI DEI REFERENDUM
Il WWF Italia scende in campo contro la proposta di fondere ACEGAS APS e HERA, in quanto esse contraddice la volontà degli italiani espressa chiaramente con i referendum dello scorso anno.
La creazione di una mega società per azioni per la gestione di servizi come quello idrico o quello del ciclo dei rifiuti – annota l’associazione del Panda – va nella direzione di condizionare agli interessi del mercato servizi essenziali per la salute dei cittadini e per la tutela ambientale. La fusione tra Hera ed ACEGAS APS – le multiutility che in Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia si occupano di acqua, ma anche di rifiuti ed energia – dimostra la volontà di gestire i servizi pubblici locali secondo una logica privatistica di mercato, nonostante la maggioranza assoluta degli italiani, attraverso il referendum del 12 e 13 giugno 2011, si sia pronunciata in senso contrario e nonostante la Corte Costituzionale sia recentemente intervenuta (sentenze n. 199 e 200 del 2012) per ribadire l’esito referendario.
La logica di creare una grande società per azioni che “possa competere sul mercato”, come sostengono i fautori della fusione, contraddice proprio l’esito del referendum del 2011: non esiste nessun “mercato dell’acqua” su cui competere e con il loro voto, eliminando dalla tariffa la remunerazione del capitale investito, gli italiani hanno manifestato in maniera chiara la volontà di far uscire il servizio idrico integrato dalle leggi del profitto, del mercato e della borsa.
Allo stesso modo la gestione dei rifiuti deve partire dalla loro riduzione, dalla raccolta differenziata e dal recupero di materia, mettendo da parte lo smaltimento attraverso gli inceneritori.
Solo così sarà possibile creare sistemi di gestione ambientalmente sostenibili, responsabili, partecipati ed economicamente solidi che possano superare gli sprechi di risorse naturali e finanziarie.
Infine, per l’ennesima volta, si deve registrare come si prendono decisioni su temi così importanti per le comunità senza garantire nel processo decisionale alcun tipo di partecipazione dei cittadini che hanno saputo quanto sta avvenendo solo grazie all’azione dei comitati e delle associazioni impegnate nel processo di ripubblicizzazione dell’acqua.
Il dibattito che nelle regioni interessate si è aperto sulla fusione a seguito dell’operazione trasparenza condotta dai Movimenti per l’acqua dimostra l’interesse dei cittadini per questo tema.
È compito delle Amministrazioni e dei partiti cogliere l’occasione per avviare profonde riflessioni, recependo i segnali che vengono dal basso senza inseguire logiche partitocratiche e spartitorie con l’occhio rivolto alle poltrone di futuri consigli di amministrazione.