Abolizione province in Sicilia: la giunta Crocetta vara il ddl

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Abolizione province in Sicilia: la giunta Crocetta vara il ddl

Dopo il via libera della maggioranza, il governo della Regione ha approvato anche l’emissione dei “Trinacria bond” e il reddito di solidarietà che comporterà una spesa di 130 milioni di euro finanziata in parte con i risparmi. Il testo sulla riforma degli enti già oggi in commissione
PALERMO – La giunta siciliana ha approvato il disegno di legge per l’abolizione delle Province, il reddito di solidarietà pari a mille euro, l’emissione dei “Trinacria bond”. Temi, almeno i primi due, che stanno molto a cuore ai 5 Stelle e che il governatore Rosario Crocetta ha deciso di far propri, nel segno di quel “modello Sicilia” che piace a Beppe Grillo e può tornare utile a Pierluigi Bersani nella complicata partita della formazione del nuovo governo.
Dopo l’intesa raggiunta nel vertice di maggioranza riunito nel pomeriggio, nella serata di ieri la giunta Crocetta ha approvato il disegno di legge che abolisce le nove Province regionali, sostituendole con liberi consorzi tra Comuni, come prevede lo statuto speciale. Il testo arriverà questa mattina in commissione Affari istituzionali dell’Assemblea, convocata con all’ordine del giorno proprio la riforma degli enti.
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Il governo regionale ha deciso inoltre l’emissione di “Trinacria bond” per coprire almeno una parte del debito con le imprese, che nei confronti della pubblica amministrazione vantano sei miliardi di crediti, due miliardi con la Regione (compreso il sistema sanitario). Inoltre, con un apposito ddl, la giunta intende attuare l’art.37 dello statuto, in base al quale le imprese con sede legale fuori dall’isola ma con stabilimenti in Sicilia devono versare le imposte alle casse regionali.
A favore dell’abolizione delle Province si erano già espressi i deputati del Movimento 5 Stelle che avevano anche depositato un apposito disegno di legge in commissione. Una parte dei risparmi sarebbe utilizzata per finanziare il reddito minimo di solidarietà, per una spesa di circa 130 milioni di euro, 12 dei quali deriveranno dal taglio del costo delle indennità per presidenti, assessori e consiglieri. Crocetta spiega che i dipendenti delle Province saranno assorbiti dai Comuni e dalla Regione e che spariranno gli Istituti autonomi case popolari.
Il confronto adesso si sposta su altri tavoli. I vari gruppi parlamentari, di maggioranza e opposizione, si riuniranno per discutere della riforma. Se la maggioranza dovesse confermare all’Ars la linea emersa dal vertice col governatore, la strada sarà in discesa. Mettendo in conto i voti favorevoli dei 5 Stelle, i numeri in aula sono dalla parte di Crocetta. Ma bisognerà fare i conti con gli altri gruppi d’opposizione. Il Pdl infatti è contrario alla soppressione delle Province e vuol andare al voto a maggio, alla scadenza degli organi elettivi. Il nodo a questo punto sta nei tempi. La riforma deve essere approvata entro fine mese, comunque prima dell’inizio dei comizi elettorali (il 27 marzo).
Se non ci saranno le condizioni è probabile che si lavori a un testo per il rinvio delle elezioni e la nomina di commissari. Un punto sul quale però i 5 Stelle, nei giorni scorsi, hanno detto di non essere d’accordo. Vogliono l’abolizione immediata.
Il capogruppo del Pd all’Ars, Baldo Gucciardi, parla di “momento importante, perché si supera la vecchia concezione della pubblica amministrazione e si va verso una riforma per l’abbattimento di sprechi ed enti inutili”. Soddisfatto anche il segretario regionale dell’Udc, Gianpiero D’Alia: “Ora aspettiamo di vedere ed esaminare il testo che il governo sottoporrà ai gruppi parlamentari”.