Guida minieolico: cos’è e dove conviene installarlo

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Guida minieolico: cos’è e dove conviene installarlo

L’energia del vento, una risorsa preziosa nel panorama sempre più ricco e innovativo delle fonti rinnovabili. Una tecnologia pulita che, come il fotovoltaico, può essere utilizzata in molte aree della penisola italiana. Alla base del suo funzionamento un aerogeneratore, che si attiva grazie alla rotazione di apposite pale indotta dalle correnti ventose. Proprio per “catturare” la maggior parte di queste forze eoliche, il rotore è posizionato in cima a pali di altezza solitamente superiore ai 20-25 metri.
In questo caso parliamo più propriamente di eolico di terra (onshore), quello che ha dato poi origine allo sviluppo dell’intero settore. Ottimi i risultati riscossi in particolare al Sud e lungo la dorsale appenninica, come anche quelli garantiti dal cosiddetto eolico offshore (impianti installati in aree marine).
Qui abbiamo descritto però tecnologie che, soprattutto per motivi tecnici ed economici, risultano di esclusivo appannaggio delle grandi compagnie di produzione e fornitura di energia. Quello che sta sempre maggiormente prendendo piede nel settore privato e delle piccole-medie imprese è il minieolico. Un segmento in forte sviluppo con importanti sbocchi non solo per le aziende, ma anche per le famiglie, i consorzi e i GAS (Gruppi di acquisto solidale).
Le differenze principali non sono unicamente nei costi, decisamente più abbordabili rispetto a un impianto eolico classico, ma anche nelle dimensioni, nella capacità di produzione oltre che per la necessità di una minore intensità ventosa di attivazione (tecnicamente definito “cut-in”): mentre per l’eolico tradizionale è necessaria un’intensità pari almeno a 6 metri al secondo, per il minieolico nel possono bastare anche 2 m/s in caso di asse verticale e 4 m/s per l’asse orizzontale.
Il minieolico si afferma quindi come possibilità di sfruttare l’energia del vento anche per famiglie e piccole medie aziende. In quest’ottica si inserisce anche il comparto del microeolico, nato per offrire soluzioni ancora più avvinabili grazie ai suoi modelli di dimensioni e potenza minori rispetto a eolico e minieolico.
Qualora si desideri provvedere autonomamente al proprio fabbisogno energetico attraverso il ricorso a un impianto minieolico, la prima domanda da porsi in questo caso è: “sarà davvero conveniente installarlo nella mia zona?”. Ricollegandosi al precedente paragrafo, ogni tipologia di aerogeneratore ha il suo valore minimo di attivazione, il cosiddetto “cut-in“, al di sotto del quale non si avvia il movimento alla base della produzione di energia.
Un primo esame può essere condotto attraverso la consultazione dell’Atlante eolico del territorio italiano. Da qui si potrà procedere all’individuazione, in via preliminare, delle aree potenzialmente vantaggiose per l’installazione di un impianto minieolico. Su tutte, le zone considerate maggiormente produttive sono quelle lungo la dorsale appenninica, l’arco dolomitico e il sud d’Italia, isole maggiori comprese (Sardegna e Sicilia).
Qualora la vostra zona sia considerata potenzialmente vantaggiosa, sarà a questo punto opportuno ricorrere a un esame più specifico e maggiormente indicativo: l’analisi anemometrica. Si tratta di una speciale perizia che tiene conto dell’intensità ventosa dell’area in archi temporali, che possono essere stagionali, mensili o annui.
A questo andrà affiancata la rilevazione di un altro importante fattore rappresentato dalla “rugosità del terreno“. Quest’ultimo aspetto valuta l’impatto sul rendimento dell’impianto della presenza o meno di avvallamenti o rilievi nel terreno, immobili, alberi e quant’altro possa rappresentare un ostacolo alla libera circolazione della spinta eolica.
I prezzi di una perizia possono variare, a seconda del dettaglio richiesto, da un minimo di circa 150-200 a un massimo di circa 2.000 euro. Le perizie possono essere effettuate dalle stesse ditte a cui ci si potrà rivolgere per l’installazione dell’impianto: prestare particolare attenzione in questi casi all’eventuale presenza di vincolo d’acquisto, da evitare accuratamente se in una zona risultata “a rischio” produttivo secondo l’Atlante eolico del territorio italiano.
Un suggerimento utile può essere quello di “sondare” il terreno presso i vostri vicini e verificare l’eventuale disponibilità a sostenere i costi della verifica: si potranno così ottenere analisi più dettagliate e precise con costi decisamente più alla portata di una famiglia media. Ulteriore opzione a disposizione è l’acquisto di un kit anemometrico, disponibile presso alcuni negozi online per cifre comprese tra i 300 e i 500 euro. Soluzione anche in questo caso percorribile attraverso la collaborazione con eventuali vicini interessati o tramite i GAS.