Cermec “promosso” dal Ministero, la rivoluzione green si può fare

Cermec “promosso” dal Ministero, la rivoluzione green si può fare

Firmata la proposta di graduatoria: il piano per il nuovo impianto è al 25° posto a livello nazionale Il costo passato da 26 a 36 milioni di euro. Ora si attende la risposta definitiva sul finanziamento
La prudenza non è mai troppa, soprattutto quando si tratta di bandi e risorse in arrivo da Roma, ma stavolta il colpo è davvero di quelli per cui è impossibile non accennare neppure un minimo segno di esultanza. Ieri il Ministero della transizione ecologica ha firmato la proposta di graduatoria di investimento per la linea degli impianti di trattamento rifiuti da finanziare attraverso la specifica missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e nella prima pagina c’è anche il progetto che prevede la rivoluzione green dell’impianto di via Dorsale in ottica di economia circolare: lo smantellamento del trattamento meccanico biologico (Tmb) per i rifiuti indifferenziati per realizzare al suo posto un biodigestore anaerobico in grado di valorizzare la frazione organica dei rifiuti differenziata con produzione di biogas da trasformare in biometano. Era questo il sogno inserito due anni fa nel Piano industriale dell’amministratore unico Alessio Ciacci, approvato dalle amministrazioni dei due Comuni soci, Massa e Carrara. E vedere un sogno che si avvicina a diventare realtà, grazie anche alle risorse dell’Europa, non può che essere un risultato epocale. Per Cermec, certo, ma soprattutto per entrambe le città e i loro abitanti che potranno dire addio al vecchio impianto per proiettarsi verso il futuro. Lo conferma l’amministratore unico Ciacci, raggiunto in serata. «Per ora utilizziamo il condizionale, in via prudenziale, ma sembra proprio di sì, che il progetto del Cermec sia finanziato. Ha avuto un’ottima valutazione: 71,2 punti, a livello nazionale il 25esimo progetto della graduatoria. Il bando però prevede due linee di finanziamento, una per il nord e una per il centro sud dove siamo diciannovesimi e calcolando una dotazione finanziaria di 260 milioni di euro dovremmo proprio rientrarci. Inoltre è sul ‘podio’ dei progetti presentati in Toscana e in Ato Costa, quella di RetiAmbiente, ha ricevuto il maggior punteggio. Nei prossimi giorni attendiamo la certezza assoluta». E’ un momento di gioia e attesa di certezze da Roma: «Siamo contenti perché da molto lavoriamo alla definizione del percorso e di un progetto il cui iter autorizzatorio è già in corso in Regione Toscana». E’ anche vero che con l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime i costi di realizzazione sono aumentati, da 26 a 36 milioni di euro circa, ma «il contributo di oltre 20 milioni di euro sarà comunque essenziale per spingere sull’acceleratore della riconversione impiantistica a cui da tanto lavoriamo – prosegue Ciacci –. Un bel contributo a un progetto che ha comunque ottime chance di autofinanziarsi da solo». L’altro progetto, che prevede di recuperare i capannoni ex ErreErre, ora all’asta con scadenza a metà ottobre, ha ottenuto invece 53,3 punti proprio perché l’immobile non è ancora tornato di proprietà di Cermec: «Sarà più complicato ottenere il finanziamento ma speriamo di poterci arrivare – conclude l’amministratore unico -. Molto dipende da RetiAmbiente e speriamo in loro».

«Pronti all’economia circolare Ora corsa per gli altri progetti»
«Abbiamo creduto molto, sin dall’inizio, nel progetto del biodigestore in grado di produrre biogas da trasformare in biometano. Sapere che oggi ha avuto un ottimo riconoscimento dal Ministero della transizione ecologica e un punteggio molto alto nella graduatoria del Piano nazionale di ripresa e resilienza ci rende tutti molto soddisfatti. Sia per il Comune di Massa sia per quello di Carrara, entrambi soci che hanno approvato il piano industriale di Cermec». Il sindaco Francesco Persiani sostiene con forza il progetto di revamping dell’impianto e la notizia che arriva da Roma sembra proprio poter trasformare un piano industriale ambizioso in realtà. «Il nuovo Cermec sarà un impianto efficiente, uno strumento di tecnologia avanzata in grado di produrre energia pulita. Un impianto chiave in ottica di economia circolare, che potrà portare benefici sul territorio per i cittadini e le aziende». Nel merito dell’aumento dei costi di realizzazione, il primo cittadino di Massa evidenzia che «è previsto un adeguamento dei prezzi anche a livello ministeriale quindi non credo che un intervento così possa rimanere senza risorse» ed evidenzia anche come tutti gli impianti confluiranno in RetiAmbiente «e questo è un motivo in più per valorizzare un’azienda del territorio su cui l’Ato Toscana Costa ha puntato molto nel suo piano strategico». Ora l’importante è correre: «Stanno arrivando parecchie risorse per i prossimi anni e ci sarà molto da lavorare e impegnarsi per completare tutti i progetti. Ho sottoscritto stamani il contratto preliminare per l’acquisizione del terreno di ferrovie dove realizzare la nuova Casa di comunità, altri 10 milioni di euro di investimenti. I soldi non mancheranno: si tratta di affidare le risorse a un’amministrazione oculata e prudente che sappia portarli a compimento e noi ci candidiamo a farlo». LaNazione

Il biodigestore da 25 milioni in pole position. Soddisfazione di Retiambiente e Ato
Il progetto dell’impianto che nascerà al Cermec è 25° a livello nazionale
Massa-Carrara È stata pubblicata la graduatoria provvisoria per l’assegnazione dei finanziamenti europei Pnrr ai progetti di impianti industriali da modernizzare nel ciclo integrato dei rifiuti urbani. L’autorità di Ambito Territoriale Ottimale Toscana Costa, in qualità di soggetto proponente, e Retiambiente, in qualità di soggetto delegato da Ato alla predisposizione dei progetti, esprimono in una nota grande soddisfazione per la classificazione dei progetti presentati dal territorio ed inseriti nella graduatoria nazionale provvisoria. In particolare, il progetto per la costruzione di un nuovo biodigestore anaerobico nel territorio di Massa-Carrara (24.916.000 euro il costo dell’impianto che nascerà al Cermec, impianto che funziona al chiuso, per captare il biogas, contenendo così le fuoriuscite e le maleodoranze), che risulta essere venticinquesimo a livello nazionale e quinto tra i progetti delle regioni del Nord Italia, costituisce motivo di soddisfazione per l’importanza strategica nel trattamento dei rifiuto biodegradabili da cui estrarre metano naturale. Parimenti il progetto per l’ammodernamento dell’impianto di Buraccio, nel Comune di Porto Azzurro (67 punti) e l’impianto di trattamento per il recupero nel Comune di Cecina (63 punti) sono ottimamente posizionati per ottenere i finanziamenti Pnrr. Ato e Retiambiente auspicano che la graduatoria provvisoria divenga rapidamente in definitiva e che i finanziamenti siano liberati quanto prima in modo da dare concretezza alle progettazioni considerate meritevoli. «È un eccellente risultato – dichiara il presidente di Retiambiente Daniele Fortini – Irraggiungibile, se non ci fosse stato il gestore unico Retiambiente a fare da coordinamento e supporto tecnico progettuale per l’Autorità di Ambito. I progetti sono frutto della collaborazione tecnica dei professionisti del nostro gruppo, sia delle Società Operative Locali, che della Capogruppo, con il coordinamento dell’ingegnere Paolo Ghezzi. Ora auspichiamo di poter metterci all’opera rapidamente per realizzare davvero i progetti, migliorare l’efficienza del ciclo dei rifiuti del nostro territorio, adoperandoci per generare quanti più risparmi possibili per l’ambiente e per le nostre comunità». «Quest’ottimo risultato – ha aggiunto il direttore generale di Ato Toscana Costa, Alessandro Mazzei – è stato possibile perché avevamo già a disposizione un parco progetti di elevata qualità, elaborati dal gestore unico e dall’Autorità d’Ambito, a prescindere dai bandi del Pnrr. Questo ci ha permesso di rispondere tempestivamente a quanto richiesto dai bandi e di ottenere così questi risultati. Sottolineo lo spirito di squadra tra Autorità di Ambito e gestore, ringraziando anche l’ingegner Elio Altese di Ato, per il contributo professionale apportato». Il Tirreno