Il club delle città virtuose che fanno bella l’ Italia – E la discarica diventa palestra il club delle città virtuose che fanno più bella l’ Italia
ANCHE l’ Italia, nel suo piccolo, funziona. Da Nord a Sud ci sono 63 comuni d’ eccellenza dove tutto è ecosostenibile, riciclabile, alternativo. Ponte nelle Alpi, ad esempio. Ottomila anime nel Bellunese dove la raccolta differenziata è arrivata al 90%. O Melpignano (Lecce) dove una cooperativa per il fotovoltaico voluta dal sindaco permetterà ai cittadini di non pagare la bolletta per vent’ anni. AMMINISTRAZIONI coraggiose, medaglie al valor civile appuntate sul territorio italiano. I primi della classe sono riuniti nell’ associazione Comuni virtuosi (da non confondere con la lista ufficiale del ministero dell’ Economia degli enti che rispettano il patto di stabilità), nata nel maggio del 2005 con un obiettivo semplice: «Diffondere il buon esempio – spiega Marco Boschini, coordinatore dell’ iniziativa – e creare una rete di condivisione delle esperienze mettendo a disposizione deliberee progetti già realizzati per chi vuole innovare». Perché un’ altra amministrazione è possibile, anche con la crisi. Sfogliando l’ elenco dei virtuosi, ci si imbatte in Corchiano, 4000 abitanti, in provincia di Viterbo. I vigili girano in bici per inquinare meno, lo scuolabus è alimentato col biodiesel prodotto con gli oli esausti da cucina recuperati dal Comune, la fontana pubblica ha eliminato l’ uso di 200 mila bottigliette, le ristrutturazioni degli edifici si fanno solo se migliorano l’ efficienza energetica. C’ è poi Cassinetta di Lugagnano, in provincia di Milano. Un borgo medievale sul Naviglio grande, 1800 abitanti, che per primo in Italia ha abolito gli oneri di urbanizzazione. «Difendiamo il territorio dalla cementificazione – spiega l’ ex sindaco di centrosinistra Domenico Finiguerra – consentiamo solo restauri dei fabbricati esistenti. Per compensare gli incassi mancati, abbiamo tagliato le luminarie di Natale e i fuochi d’ artificio. Ci siamo inventati i “matrimoni a mezzanotte” nelle ville del nostro paese. Portano 30 mila euro all’ anno». Far parte del club dei migliori comuni d’ Italia, però, non è da tutti. Ci sono criteri rigorosi per l’ ammissione: avere un livello di raccolta differenziata superiore al 65 per cento, una superficie urbanizzata inferiore al 15, un piano energetico comunale, forme di mobilità alternativa (piste ciclabili, car sharing, piedibus), stili di vita improntati alla sobrietà. Castellarano, in provincia di Reggio Emilia (vincitore nel 2011 del premio “Comuni a 5 stelle” indetto dall’ associazione), fa quasi vergognare per quanto è perfetto. L’ impianto fotovoltaico pubblico da un megawatt è stato realizzato su una vecchia discarica dismessa, evitando spreco del suolo. È nato qui uno dei primi Gruppi di acquisto solidale del fotovoltaico. Nelle aree verdi si utilizza il compost per la concimazione, negli uffici pubblici si usa solo carta riciclata e i dipendenti fanno la spesa via web. E non è finita: per gli operai del comprensorio della ceramica è stato messo in piedi un progetto di condivisione dell’ auto per ridurre il traffico. Si dirà che queste esperienze funzionano, ma solo nelle piccole realtà. «Non è così – ribatte Boschini – in Europa ci sono esempi di amministrazioni votate all’ ecosostenibilità. Basti pensare a Friburgo, o anche ad alcuni progetti realizzati da Parigi e Londra. Con impegno e coraggio, le cose si possono fare anche a Roma o a Milano». In Italia il Comune virtuoso più grande per ora è Capannori, in Toscana, con 47 mila abitanti. Tra i vari meriti, ha anche quello di aver inaugurato l’ era del bilancio partecipativo. I cittadini vengono informati con assemblee pubbliche di tutte le spese effettuate. «Dopodiché – spiega l’ assessore all’ Ambiente Alessio Ciacci – sono loro, tramite una votazione pubblica, a decidere come utilizzare 500 mila euro che ogni anno riserviamo ad hoc in bilancio». L’ anno scorso sono serviti per finanziare la ristrutturazione di alcune scuole, voluta e votata dai cittadini. A volte per essere bravi amministratori basta una piccola grande idea. A Melpignano nel Leccese il sindaco Ivan Stomeo si è inventato, caso unico in Italia, la cooperativa del fotovoltaico. «Sfruttando i tetti piani delle nostre case – racconta – abbiamo creato una cooperativa che compra gli impianti e li installa sulle case dei soci, gratis. La cooperativa si finanzia con gli incentivi del Conto Energia, chi aderisce ha energia gratis per vent’ anni. Finora abbiamo installato una sessantina di impianti». E a Berlingo, nel Bresciano, 2500 abitanti, la giunta ha trasformato una discarica in centro in una struttura polifunzionale alimentata con fonti rinnovabili. Dal letame nascono davvero i fiori.
FABIO TONACCI – Repubblica
5 Novembre 2024