Comunicato Rifondazione regionale su Ato Costa

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Esclusione di una qualsiasi rappresentanza di Rifondazione nel nuovo CDA dell’ATO Costa, e in particolare di Capannori, comune virtuoso nella gestione dei rifiuti.
L’Ato Costa riunito il 18 novembre a Livorno dal commissario nominato dalla Regione Toscana nella persona del Sindaco di Livorno Cosimi, esclude la rappresentanza di Rifondazione nel nuovo CDA composto da 12 membri più il presidente (tre per ogni provincia), eliminando il Comune di Capannori comune virtuoso nella gestione dei rifiuti, fiore all’occhiello della politica ambientalista della sinistra.
Nella conferenza dei Sindaci dell’Ato Costa (111 comuni delle 4 Province) era stata data garanzia della presenza del comune lucchese per il suo prezioso contributo.
Capannori che per numero d’abitanti rappresenta il terzo comune nella provincia lucchese, ma soprattutto per i risultati e le eccellenze raggiunte sulle politiche ambientali è senza dubbio il comune più virtuoso per le buone pratiche, non solo a livello d’Ato Costa ma anche a livello regionale e tra le eccellenze a livello nazionale.
L’esperienza di Capannori dimostra che la raccolta differenziata è l’unica e valida alternativa all’impiantistica di smaltimento, e che può portare enormi vantaggi in termini ambientali, occupazionali. Non valorizzare questa esperienza almeno riconoscendo il diritto di presenza nel CdA del costituendo ATO è una cosa grave che mostra la non volontà di esportare ed estendere questa pratica in molti altri contesti del nuovo ATO.
Evidentemente nel PD ha prevalso un sentimento ostile verso Capannori che non tiene conto dei risultati raggiunti. Risulta di tuta evidenza l’esclusione della Sinistra ambientalista da tutto l’assetto dirigenziale del nuovo Ato. Tutti i membri sono infatti legati al PD e nessuno appartenente alla sinistra radicale. Una volta costituitosi l’Ato sarà chiamato a governare alcune tra le sfide più importanti delle politiche territoriali ed ambientali:
– definizione delle strategie a livello di raccolta differenziata e d’impianti (visto che ancora non c’è un piano condiviso ed approvato tra le 4 Province);
– definizione ed indirizzo delle politiche legate alla gestione dei rifiuti per aziende d’igiene urbana;
Questa volontà di avviare un percorso acritico che guarda più allo smaltimento affidato a mega impianti, anziché al raggiungimento dei livelli di raccolta differenziata definiti dalla legge regionale (65% al 2011), e queste scelte avranno ricadute pesantissime in tutti i contesti territoriali.
Preso atto di quanto è avvenuto non intendiamo consegnare a questo consiglio d’amministrazione, che non ci rappresenta, la politica dei rifiuti. Rifondazione Comunista a tutti i livelli continuerà il proprio impegno politico a partire dai territori e dalle assemblee elettive per la raccolta “Porta a Porta”, per ridurre la Tia ai comuni virtuosi, per una nuova e qualificata occupazione nel settore, recuperando le materie seconde, e un ambiente più pulito.
Paolo Gangemi
Segreteria regionale resp. EELL