No F-35, lo chiedono 158 deputati. Tutti possiamo mobilitarci

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No F-35, lo chiedono 158 deputati. Tutti possiamo mobilitarci

f35Cancellare il programma di acquisto di 90 cacciabombardieri per un importo di quasi 14 miliardi di euro e destinare i fondi ad ambiente, istruzione e welfare. L’elenco dei firmatari è un inno al pluralismo: don Luigi Ciotti e padre Alex Zanotelli accanto a uno scrittore del calibro di Roberto Saviano, l’oncologo Umberto Veronesi insieme all’attore Ascanio Celestini e ai giornalisti Riccardo Iacona e Gad Lerner, ma anche Cecilia Strada, figlia del fondatore di Emergency, Chiara Ingrao, una vita intensa tra politica e cultura, Savino Pezzotta, sindacalista e parlamentare. Tutti nomi che non hanno bisogno di molte presentazioni. Tutti uniti per una richiesta netta, che non ammette vie di mezzo: la Camera dei Deputati dica no ai cacciabombardieri d’attacco F-35.
A fine giugno l’aula di Montecitorio discuterà una mozione presentata da 158 parlamentari (Pd, Sel, M5S) che chiede l’uscita dell’Italia dal programma Joint Strike Fighter. In vista di questo importante appuntamento (da notare che l’ultimo voto parlamentare a riguardo risale al 2009) la società civile si mobilita. «Spendere 14 miliardi di euro per comprare (e oltre 50 miliardi per l’intera vita del programma) un aereo con funzioni d’attacco, capace di trasportare ordigni nucleari, mentre non si trovano risorse per il lavoro, la scuola, la salute e la giustizia sociale – scrivono i  firmatari –  è una scelta incomprensibile che il Governo deve rivedere».
Colpisce l’assoluta trasversalità della richiesta. Centrale la presenza del mondo cattolico (che fin dall’inizio è stata determinante), ma altrettanto rilevante è l’apporto di esponenti della società laica. Proprio per ribadire che la richiesta non ha colori o bandiere, ma nasce innanzi tutto da ragioni di buon senso. L’appello è rilanciato dalla campagna “Taglia le ali alle armi”, promossa da Rete Italiana per il Disarmo, Campagna Sbilanciamoci!, Tavola della Pace. Molti mettono in luce il rischio di una pericolosa scollatura tra classe politica e bisogni reali della società. «Gli F-35 fanno male agli italiani perché sottraggono preziose risorse che attendono disperatamente di essere utilizzate per combattere la disoccupazione di molte donne e uomini del nostro Paese – commenta Flavio Lotti, coordinatore Tavola Della Pace – Ma sono anche dannosi per la nostra democrazia perché attorno a queste armi si muove un complesso reticolo di interessi politici, economici e militari che stanno inquinando e minando in profondità le istituzioni del nostro Paese».
Un nuovo confronto è dunque quanto mai fondamentale, come sottolinea Francesco Vignarca, coordinatore Rete Italiana per il Disarmo: «Da più parti (anche da chi non vuole subito una cancellazione del programma, e perfino dallo stesso nuovo Ministro della Difesa) si è sottolineata la necessità di avere sugli F-35 una franca e piena discussione in Parlamento». Non bisogna però pensare che il dibattito coinvolga solo una ristretta lista di volti noti o solo i parlamentari che voteranno la mozione. Tutti possono partecipare. Infatti la campagna “Taglia le ali alle armi”, schierata fin dal 2009 contro gli F-35, ha preparato uno strumento di mobilitazione collettiva in rete che permette a persone singole e associazioni di sottoscrivere l’appello e diffonderlo: basta collegarsi al sito www.disarmo.org/nof3. Famiglia Cristiana
La Camera dei Deputati ha calendarizzato per il 24 e 25 Giugno la mozione per la cancellazione della partecipazione italiana alla costruzione ed acquisto degli F35. La mozione, promossa dall’intergruppo parlamentare sulla pace, è stata per il momento sottoscritta dai parlamentari M5S , SEL e PD (quest’ultimi una dozzina). Si tratta di una scadenza importantissima per l’ Italia di pace e che ripudia la guerra che non può esaurirsi solo nelle aule parlamentari. Al contrario è necessaria una pressione popolare sul Palazzo della società civile e della pubblica opinione. Occorre chiedere conto del loro orientamento di voto a tutti i deputati a partire dai territori in cui sono stati eletti.
A tal proposito è stata lanciato un appello ai deputati firmato da illustri personalità (il testo lo trovate qui) , appello che è utile stamparlo e diffonderlo in ogni dove (compresa ovviamente la rete).
In questa sede avanziamo alcune proposte di mobilitazione:
1) Mail bombing sui deputati inviando il testo dell’appello e la richiesta di votare a favore della mozione (l’indirizzo mail dei singoli parlamentari lo trovate qui)
2) Organizzare con tutte le forze disponibili a farlo, iniziative locali e assemblee pubbliche sul tema degli F35 e della mozione, invitando i deputati di quella circoscrizione ad essere presenti per un libero confronto con i cittadini
3) Rilanciare l’appello sulla stampa locale, anche con appelli personalizzati ai singoli deputati di quella città o zona. Valutare l’eventuale utilità di indire sul tema conferenze stampa anche coinvolgendo i deputati firmatari della mozione o personalità firmatari dell’appello disponibili.
4) Iscriversi e rilanciare su facebook i gruppi che si occupano di F35 anche per partecipare alla discussione in rete. Tra i gruppi segnaliamo tra gli altri TAGLIA LE ALI ALLE ARMITAGLIAMO I FONDI PER GLI F35 per dare un taglio alla CRISI e ASSEMBLEA PERMANENTE NO F35
Facciamo circolare più possibile!