Rutigliano (Bari): in tre mesi raggiunge il 78% di raccolta differenziata

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Rutigliano (Bari): in tre mesi raggiunge il 78% di raccolta differenziata

In quattro mesi Rutigliano passa dal 14 al 78% di raccolta differenziata. In calo anche la produzione dei rifiuti, ridotta del 33%. Eco dalle Città ha approfondito le cause di riduzione (turismo dei rifiuti, rifiuti speciali, mini-discariche cittadine) e i problemi circa i controlli con il titolare dell’azienda addetta alla raccolta e al ritiro dei materiali differenziati, Carmine Esposito
Il comune di Rutigliano (18.000 abitanti), si candida a diventare, con le sue percentuali di raccolta differenziata, uno dei comuni Ricicloni di Legambiente. Potrebbe addirittura entrare nella Top ten Assoluta della Puglia, scalzando così dal suo primato Monteparano (che invece conta 3.000 abitanti). Cosa pensa di questo?
Beh, che non sarà facile. E’ statisticamente accertato che più i comuni sono piccoli, più è facile raggiungere alte percentuali di raccolta differenziata. Per questo motivo Legambiente ha creato diverse categorie. Sicuramente però potremmo ambire alla Top Ten dei Comuni di media dimensione, cioè quelli tra i 5.001 e i 20.000 abitanti (ndr), arrivando anche tra i primi posti.
Secondo i dati forniti dal sito rifiuti e bonifiche, i dati della raccolta differenziata di Rutigliano dimostrano un start-up formidabile. Si è passati dal 14,91% di ottobre 2011 , al 55,66% di novembre. Poi abbiamo il 74% di dicembre , e infine il 78% di gennaio 2012. Complimenti!
A dire il vero abbiamo raggiunto il 78% di raccolta differenziata anche a dicembre, il sito della Regione Puglia, non so per quale motivo, ha abbassato di un 4% la nostra percentuale. Lo stiamo appurando insieme al tenente dei vigili urbani che immette i dati della raccolta direttamente nella piattaforma informatica.
Forse dipende dal fatto che alcune tipologie di rifiuti non vengono incluse, dal software della Regione Puglia, nella percentuale di raccolta differenziata. A questo proposito, il vostro computo considera anche tutti i materiali conferiti presso il centro comunale di raccolta (CCR)?
Non tutti. Consideriamo però ad esempio gli inerti che derivano da utenze domestiche, quelli che si scartano quando si effettuano dei lavori a casa, per intenderci. I cittadini trovano comodo venire qui nel nostro CCR e per questo credo che sia giusto considerarle nella percentuale di raccolta differenziata. Parliamo di modeste quantità, un secchio, al massimo due. Al contrario è scomodo per i grandi movimenti (vale a dire un camion-dayli da una tonnellata e mezza, ndr). Per questi casi, c’è una ditta in questa stessa zona che recupera tali materiali a prezzi abbastanza contenuti.
PUNTI DI FORZA ,CRITICITA’, MONITORAGGIO
Cosa, secondo lei, ha fatto la differenza qui a Rutigliano?
Aver tolto dalla strada tutti i cassonetti. Rutigliano ha esteso la raccolta differenziata domiciliare a tutto il territorio comunale, sia alle utenze domestiche che a quelle non domestiche. E’ un’azione assolutamente imprescindibile. I cassonetti danno agio di disfarsi di ciò che si vuole senza farsi troppi problemi. Inoltre penso che la raccolta differenziata stradale non è in grado di portare buoni risultati. Anche perché danno luogo al fenomeno di abbandono dei rifiuti.
Quali, invece le criticità e i problemi che state riscontrando?
Quando il servizio di raccolta è partito abbiamo riscontrato il problema dell’abbandono dei rifiuti vicino alle campane del vetro, sia nel centro che nelle periferie di Rutigliano, oltre che nelle campagne. Abbiamo perciò istituito una squadra deputata, almeno una volta a settimana, proprio alla raccolta di quei rifiuti. Ancora oggi, a distanza di quattro mesi, ci sono degli “irriducibili”, ma il fenomeno si sta ridimensionando.
Avete adottato misure di controllo e/o di sanzione?
Sono in corso le indagini da parte della polizia municipale, la quale, grazie alle nostre segnalazioni, è riuscita in diversi casi a risalire ai responsabili delle infrazioni. Quando recuperiamo sacchetti abbandonati in luoghi impropri , li apriamo, in presenza dei vigili urbani (che documentano con fotografie). In alcuni casi, infatti è stata la corrispondenza a rivelarci nome e cognome dell’utente responsabile. Inoltre il sindaco ha chiesto alla polizia provinciale, in virtù di un apposito accordo di programma, di prevedere degli appostamenti ad hoc nelle periferie e in alcuni momenti della giornata. Sono stati colti in flagrante, oltre ad alcuni cittadini, degli albanesi, i quali, non essendo censiti e non avendo la residenza, non hanno diritto a ricevere il kit dei bidoncini, e dunque lasciano i rifiuti per strada.
Quindi parliamo di persone straniere che, non residenti, non possono partecipare alla raccolta differenziata?
Questo è un problema che dovremo affrontare. Molti, non avendo un lavoro regolare non possono richiedere la residenza.
IL CALO DELLA PRODUZIONE DEI RIFIUTI: LE PROBABILI CAUSE
Come commenta il dato relativo alla riduzione dei rifiuti a Rutigliano? Nel maggio 2011, ad esempio, si sono prodotte 794,5 tonnellate di rifiuti urbani; con l’avvio della raccolta differenziata a dicembre 2011, si è scesi a 532,7. A cosa è dovuta principalmente questa riduzione mensile del 33% (261,8 tonnellate)?
Questo calo, per un 20-25%, è imputabile alla mancanza di quegli inerti che prima finivano nei cassonetti dell’indifferenziato. Molte volte mi è capitato di trovare, sotto al cumulo di sacchetti, pezzi di tufo o pezzi di cemento indurito derivanti dalle attività di manovali o carpentieri. Questi materiali dovrebbero, per legge, essere conferiti come rifiuti speciali, ma così non accadeva, vuoi per risparmiare quei dieci o quindici euro di conferimento presso le ditte specializzate, vuoi per il fatto che questi lavoratori spesso lavoravano in nero, dunque non possono firmare il formulario dei rifiuti. Perciò hanno sempre conferito nei cassonetti dell’indifferenziato, causando, tra l’altro, anche dei danni agli automezzi! Un altro esempio sono i meccanici. Da poco siamo riusciti a far loro comprendere che i flaconi dell’olio minerale, i filtri di carburanti o dell’olio, o gli stracci imbevuti di oli, non possono essere considerati alla stregua dei rifiuti solidi urbani e dunque non vanno nei bidoncini dell’indifferenziato. Devono essere smaltiti come rifiuti speciali, a propria cura e spese e da ditte specializzate, magari mediante convenzioni aperte dalle stesse associazioni di categoria. L’assenza dei cassonetti ha fatto emergere l’esistenza di tutti questi rifiuti, del cui smaltimento prima il comune si faceva carico.
Può essere, secondo lei, la riduzione dei rifiuti, legata anche al cosiddetto “turismo dei rifiuti”, cioè al fatto che gli utenti non collaborativi conferiscono in maniera indifferenziata in un altro paese?
Si. Ogni mattina alcuni cittadini (che io chiamo “resistenti”, e ne conosco tre o quattro) si recano a conferire i rifiuti nel comune in cui magari lavorano. Ritengo che questo fenomeno finirà nel momento in cui anche gli altri paesi inizieranno a eliminare i cassonetti dalla strada. Sicuramente, poi, il cambio di mentalità influirà, nel tempo, positivamente. Un’altra percentuale che pesava sulla produzione totale dei rifiuti era la quota derivante dallo spazzamento delle strade. Quando ancora era in vigore il vecchio sistema di raccolta, infatti, si formavano, intorno ai cassonetti e con frequenza quasi giornaliera, delle mini discariche abusive.
Dunque la terza causa, deriva dalla assenza di mini discariche abusive cittadine che prima si formavano dietro ai cassonetti, da aggiungere al mancato conferimento di rifiuti speciali (prodotti da meccanici, macellai, artigiani vari, etc.), il “turismo dei rifiuti”.
Esatto. Si trovava di tutto: dagli ingombranti all’amianto ai contenitori dei fitofarmaci provenienti dall’attività agricola, materiale che pesava sulla produzione totale dei rifiuti. Inoltre il doppio incarico di servizio dato a due ditte diverse (uno per la raccolta degli RSU e lo spazzamento delle strade, l’altro per la raccolta del differenziato) aveva determinato dei problemi. Tutto ciò che finiva fuori dai bidoni, in particolare le buste con plastica e metalli, con vetro, e infine carta), perché la frequenza di svuotamento di campane e cassonetti della differenziata era troppo bassa, o perché alla gente seccava di inserire una per volta le bottiglie di plastica o di vetro, veniva raccolto come spazzatura, vanificando lo sforzo di quanti avevano effettuato la separazione.
Possiamo concludere dicendo che la raccolta domiciliare mette in evidenza la “reale” produzione dei rifiuti urbani di un comune o di una città?
Certamente. Emerge in tutta evidenza la produzione “reale” di rifiuti, sia delle utenze domestiche che delle utenze non domestiche.
di Giuseppe Miccoli – Eco dalle Città