Confermato l'addio ai sacchetti di plastica

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sacchettiMinistero dello Sviluppo Economico: forma, dimensioni e spessore non contano, il bando all’utilizzo di buste e sacchetti vale per tutte le categorie.
La precisazione del Ministero dello Sviluppo Economico: il bando interessa tutte le tipologie di sacchetto, indipendentemente da forma e dimensioni, se l’oggetto in questione non risulta biodegradabile secondo i criteri stabiliti dalla norma UNI-EN 13432
“Si precisa che la normativa di cui trattasi prevede il divieto di commercializzazione dei sacchi da asporto delle merci in materiale non biodegradabile.
A tal fine, la norma non ha previsto alcuna particolare specifica in merito alla forma o alle dimensioni dei sacchi da asporto, ivi compreso lo spessore del film plastico con cui sono fabbricati, ma esclusivamente in rapporto ai materiali di cui sono costituiti nonché alla loro prevedibile destinazione
d’uso. Per quanto attiene la definizione di biodegradabilità si consulti la norma tecnica armonizzata UNI-EN 13432.
Ulteriori valutazioni di merito che richiedano anche l’interpretazione normativa dovranno essere condotte, previa adeguata istruttoria, congiuntamente agli altri Ministeri competenti (ed in particolare al Ministero dell’Ambiente della tutela del territorio e del mare) nonché alla luce delle vigenti disposizioni comunitarie”.
(Ludovico Bianchi, addetto stampa del Ministero dello Sviluppo Economico)
31 Dicembre: l’ultimo giorno dei sacchetti di plastica
Il conto alla rovescia è iniziato: da gennaio mai più shopper di plastica, nemiche dell’ambiente
Roma – (Adnkronos) – Il conto alla rovescia è iniziato e gli italiani oltre a salutare il 2010 saluteranno anche i sacchetti di plastica usa e getta. Il Consiglio dei Ministri ha infatti confermato lo stop all’utilizzo dei sacchetti di plastica dal 1 gennaio 2011, senza ulteriori proroghe e così mai più shopper nemici dell’ambiente. Il ministro Prestigiacomo “ha puntato i piedi e dal primo gennaio 2011 ci sarà quel divieto alla commercializzazione degli shopper tradizionali già previsto nella finanziaria 2007 e che lo scorso anno era stato prorogato di un anno. Dal primo gennaio i piccoli commercianti o la grande distribuzione organizzata dovranno attrezzarsi per smaltire le scorte residue” spiega all’ADNKRONOS, Stefano Ciafani, responsabile scientifico nazionale di Legambiente.
Il bando degli shopper usa e getta farà dunque risparmiare all’ambiente tonnellate di rifiuti anche nel nostro Paese dove, ogni anno, si consumano circa 24 mld di buste non biodegrabili. Gli italiani, infatti, ne sono tra i più assidui utilizzatori, con un consumo annuo stimato in quasi 400 a testa ogni anno. Nel 2010 la raccolta di plastica “dovrebbe ammontare con 620 mila tonnellate. Con un aumento del 6%” stima Gianluca Bertazzoli, responsabile comunicazione e relazioni esterne di Corepla (Consorzio che si occupa degli imballaggi in plastica) che spiega: “del totale della raccolta si può stimare che 35 mila tonnellate sono rappresentate dai sacchetti di plastica”. Di questa raccolta “il 60% finisce al riciclo mentre il 40% a recupero energetico”.
Quanto alla norma, Bertazzoli esprime qualche perplessità vista la mancanza di un iter che accompagni la messa al bando delle buste di plastica: “Il rischio è che si arrivi alla solita situazione all’italiana dove non si capisce nulla”. Ma molte catene, aggiune, “stanno procedendo autonomamente”. In molti, infatti, hanno anticipato la legge e ben 150 comuni hanno già vietato i vecchi sacchetti o hanno attivato iniziative di disincentivo al sacchetto di plastica a perdere.
Sulla mancanza di un decreto attuativo, il responsabile scientifico nazionale di Legambiente non ha dubbi: “non c’è bisogno di una norma che specifichi quello che c’è già scritto sulla legge finanziaria del 2007. Dal primo gennaio 2011 si potrà commercializzare solo gli shopper in plastica biodegradabile o in carta oppure, ed è la cosa che ci auguriamo, gli italiani dovranno attrezzarsi per andare a fare la spesa con le borse riutilizzabili. Questa è la soluzione ambientalmente ed economicamente più sostenibile”. E proprio secondo un recente referendum di Legambiente il 73% dei nostri connazionali sceglierà proprio la sportina riutilizzabile. Forse un po’ fuori moda, ma anche il carrettino a tre ruote quello della nonna può rappresentare una soluzione efficace ed ecologica.
”Una vera rivoluzione nel modo di fare la spesa a poco più di cento anni dall’invenzione della plastica che nasceva nel 1907 per opera del chimico belga Leo Baekeland che inventò la bakelite, la prima plastica completamente sintetica prodotta su scala industriale”. Così Coldiretti saluta l’ultimo giorno di vita delle buste di plastica. Il divieto, infatti, scatta in Italia dal primo gennaio 2011.
”Quello che è divenuto un segno di attenzione all’ambiente da parte di molti supermercati e attività commerciali di varia natura, nel 2011 -sottolinea la Coldiretti- diverrà dunque obbligatorio per legge per effetto della normativa nazionale che recepisce disposizioni comunitarie, in particolare la direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio”. Numerose sono le iniziative per sostituire, come è già avvenuto in altri Paesi, le vecchie buste di plastica. Si va, rileva Coldiretti, ”dal ritorno alle tradizionali sporte in fibre naturali del passato alla sostituzione della plastica con materiali innovativi biodegradabili come i nuovi ecoshopper realizzati in bioplastica ricavata da mais e da altre materie vegetali. Con mezzo chilo di mais e un chilo di olio di girasole è possibile produrre circa 100 bustine di bioplastica non inquinante (bio shopper)”.
Nei mercati e nei punti vendita degli agricoltori di Campagna Amica sono molteplici le iniziative per favorire questo passaggio come i progetti ‘Porta la Sporta’ e ‘Compostiamoci meglio’ (vedi sul portale www.campagnamica.it nella sezione stili sostenibili). La Coldiretti di Rovigo ha ideato e messo a disposizione dei frequentatori dei mercati di Campagna amica, una capiente borsa riutilizzabile con i loghi ‘Punto campagna amica’ e ‘Coldiretti 100% solo prodotti agricoli italiani’. Una shopper in vero cotone naturale con grammatura di 250 grammi al metro quadro: praticamente indistruttibile e non paragonabile alle leggere borse di iuta che si trovano comunemente in vendita.
Ma i costi dello smaltimento dei vecchi sacchetti di plastica saranno a carico della Grande distribuzione organizzata. E’ quanto denuncia in una nota la Federdistribuzione, l’associazione che raggruppa la maggioranza delle aziende della Gdo operanti in Italia, sottolineando che ”prende atto della decisione del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dello Sviluppo Economico di consentire la cessione dei vecchi sacchetti di plastica solo a titolo gratuito. Il tema dell’esaurimento delle scorte e’ sempre stato evidenziato come uno degli aspetti cruciali di questo passaggio verso sacchetti biodegradabili e riutilizzabili, sacchetti gia’ presenti da tempo nei punti vendita della distribuzione moderna, che ha anticipato, dove possibile, questa attenzione alla sostenibilita’ ambientale. Ma restava un punto da affrontare in sede legislativa, in quanto i consumatori hanno continuato a privilegiare l’acquisto dei normali shopper”.
”I Ministeri interessati non hanno affrontato per tempo le problematiche connesse a queste scelte non emanando i necessari e previsti decreti attuativi, facendo si’ che, ancora una volta, tutti i costi si siano scaricati sull’ultimo anello della catena, la distribuzione commerciale -continua Federdistribuzione- La modalita’ di gestione di questo provvedimento ha causato danni diretti alle aziende distributive per decine di milioni di euro ed enormi problemi organizzativi per aziende che hanno milioni di clienti al giorno e decine di migliaia di collaboratori a diretto contatto con i consumatori”, continua Federdistribuzione.
”La distribuzione moderna condivide in pieno gli obiettivi di tutela ambientale ma chiede e si aspetta dalla politica che si evitino scorciatoie semplicistiche e si sappiano fare scelte di applicabilita’ delle norme che combinino le esigenze della sostenibilita’ ambientale con quelle economiche degli operatori coinvolti”, conclude la nota.