Servizi pubblici toscani: presto una legge straordinaria

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Ad una manciata di mesi dell’estinzione degli Ato, l’assessore all’Ambiente Anna Rita Bramerini annuncia un’imminente proposta ponte per gestire l’incertezza normativa. “Il 2011 sarà l’anno per costruire l’architettura finale del sistema”. Non saranno create “forme giuridiche nuove”
Firenze – Il “taglia-poltrone” del ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, i cui effetti si scaricheranno a pieno nel 2011, spinge la Regione a dotarsi di una legge ponte per gestire la delicata fase di transizione e riforma delle autonomie locali. Ad annunciarlo l’assessore all’Ambiente Anna Rita Bramerini nel corso dell’audizione di ieri, mercoledì 8 settembre, in commissione d’inchiesta sui servizi pubblici locali di rilevanza economica presieduta da Alessandro Antichi (PdL). “La finanziaria – ha detto Bramerini – prevede la soppressione degli Ambiti territoriali ottimali. Dall’1 gennaio 2011, qualunque atto dovessero compiere sarebbe nullo”. Da qui la necessità, e l’intenzione, di una “gestione straordinaria” per garantire funzionalità e organizzazione. Nessuna “forma giuridica nuova sarà creata”, ha assicurato Bramerini che in tema di riforme dei servizi pubblici e riorganizzazione delle competenze ha idee chiare: “I due pacchetti viaggiano in parallelo”. E l’annuncio della “norma ponte” ha dato il là all’assessore anche per ipotizzare un termine per dotare la Toscana di un vero e definitivo riordino dei servizi pubblici: “Almeno per le materie che mi competono, acqua e rifiuti – ha chiarito – vorrei chiudere la partita entro due anni”. Al di là del quadro disegnato a livello nazionale, Bramerini è convinta che il “momento del fare è adesso, a legislatura appena iniziata” perché, “per esperienza”, un settore così delicato “deve essere affrontato lontano dalle scadenze elettorali” per “evitare proclami e dibattiti di apparenza più che di sostanza”. Sul tavolo dell’Esecutivo rimane dunque l’idea di una proposta di legge sui servizi pubblici. Messo nel cassetto il disegno targato Agostino Fragai, assessore della Giunta Martini, interrotto anche per l’incertezza normativa che impediva scelte definitive su ruoli e competenze degli enti, controllo e qualità dei servizi sono obiettivi tutt’altro che abbandonati. Anzi, si intuiscono volontà precise come l’idea dell’assessore di “recuperare un forte ruolo di indirizzo regionale nella programmazione” mentre occorre “rafforzare la terzietà sul controllo”. Da Bramerini anche un’analisi dello stato dell’arte di acqua e rifiuti, rispetto ai quali le novità che saranno introdotte dal nuovo decreto Calderoli, ancora non definite, potrebbero mutare le competenze oggi in capo agli Enti Locali. La Toscana ha una situazione “complessa da un lato (è il caso dei rifiuti) e abbastanza organizzata dall’altro (acqua)”. Per quanto riguarda il servizio idrico, escluso l’Ambito 1 (province di Massa Carrara, Lucca e Pistoia) in cui si deve procede a nuovi affidamenti data la situazione delle due società di gestione, a seguito dell’entrata in vigore della nuova normativa sui servizi pubblici (Decreto Ronchi ndr) “il panorama – ha detto l’assessore limitando il ragionamento agli affidamenti – è tranquillo. Le concessioni sono state affidate e hanno scadenze pluriennali. Da qui a 10/15 anni”. Diverso e più articolato lo scenario dei rifiuti. A seguito della legge di riordino del 2007 (n.61), solo l’Ato Sud (in cui insistono 9 gestori) ha ultimato le fasi per la gara per l’individuazione del soggetto gestore. Ato Costa (20 gestori) e Centro (11), hanno delimitato il perimetro di gara. “Si sta dunque procedendo a rilento” e sugli obblighi normativi, anch’essi imminenti, su partecipazioni e affidamenti, l’impressione dell’assessore è che “in molti Comuni non vi sia sufficiente comprensione delle novità introdotte dalla legge nazionale. Il tema è delicato perché sulle gestioni in house, se non congrue e giustificate, può intervenire l’Antitrust”. Le dichiarazioni e le analisi dell’assessore sono state accolte positivamente dal presidente della commissione Antichi: “La Regione pare ben attrezzata rispetto alle scadenze. Anche l’intenzione di costituire un sistema di accompagnamento per gli Enti Locali è un’idea da apprezzare”. Più critico il giudizio dato a conclusione dell’audizione del direttore generale della direzione Organizzazione e risorse della Regione Carla Donati: “da quanto riferito, pare che il presidente Rossi abbia solo proposte di piccoli tagli e di dimentica di dismissioni o mantenimento delle quote”. “Giusto il rigore su stipendi e numero di enti – ha chiarito Antichi – ma il valore, almeno nominale, delle partecipazioni della Regione ammonta a circa 120 milioni. Un pacchetto consistente che meriterebbe più attenzione”. Meraviglia per le dichiarazioni rese da Donati è stata espressa anche dal presidente del gruppo Udc Giuseppe Del Carlo: “Da tempo si sente parlare di una verifica delle partecipate per valutare cosa sia più conveniente fare. Indipendentemente dalle prescrizioni normative, e stando a quanto abbiamo audito, il dirigente responsabile del settore non pare essere stato investito pienamente della questione”. Pronta la risposta di Donati: “Un documento sul tema è già in elaborazione e sarà disponibile in tempi brevissimi. Stiamo ultimando un lavoro di esame economico-patrimoniale”. “Il presidente Rossi – ha continuato – privilegia, laddove sia conveniente, l’uscita dalla gestione mentre ritiene virtuoso il mantenimento delle proprietà”. Dal dirigente anche l’appunto che comunque le partecipazioni “non hanno effetti sul bilancio”. Una precisazione contestata dal presidente Antichi che ha ricordato come la stessa Corte dei Conti dichiari: “sono tutt’altro che a costo zero”. (f.cio)
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