Tra i primi in Italia a Capannori il compostaggio locale collettivo

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CAPANNORI POTREBBE ESSERE UNO DEI PRIMI COMUNI ITALIANI A SPERIMENTARE IL COMPOSTAGGIO LOCALE COLLETTIVO  PER LA MENSA COMUNALE.
Dopo una visita dell’assessore Ciacci alla ditta svedese produttrice Joraform  con una delegazione italiana di cui ha fatto parte anche l’assessore provinciale Cavallaro.  Le compostiere rotanti automatiche possono trattare 20 tonnellate di rifiuti organici l’anno
Alessio Ciacci verifica la qualità del compostcompostjk5100 foto1
Capannori potrebbe essere uno dei primi Comuni italiani a sperimentare  le nuove tecnologie in materia di compostaggio locale collettivo attraverso l’utilizzo dei macchinari automatici Joraform, diffusi in tutta la Svezia e sperimentati dall’Agenzia Svedese per la Protezione dell’Ambiente (Naturvårdsverket) e dall’Università di Scienze Agricole nazionale (Statens Lantbruksuniversitet).
Tecnologie che l’assessore all’ambiente, Alessio Ciacci ha potuto vedere da vicino essendosi recato alla fine di agosto, insieme all’assessore all’ambiente della Provincia di Lucca, Maura Cavallaro, in Svezia, dove, insieme  a una delegazione di amministratori e tecnici italiani, accompagnati da E.R.I.C.A., azienda piemontese leader nella progettazione e comunicazione ambientale, ha visitato gli stabilimenti della ditta svedese Joraform AB. Ditta  che dal 1990, prima azienda al mondo, propone sul mercato mondiale svariati modelli di compostiere rotanti automatiche e semi-automatiche per il compostaggio locale collettivo.
Di particolare interesse l’ultimo modello di compostiera JK5100, macchinario che consente di trattare 20 tonnellate di rifiuti organici all’anno, pari alla produzione media di circa 250 abitanti equivalenti (100 nuclei familiari circa). Il compost prodotto in sole 4 settimane dal macchinario può essere riutilizzato in giardinaggio ed agricoltura.
La delegazione ha anche visitato alcune “Atervinnings Rum” (“Case del Recupero di materia”), a servizio di interi quartieri residenziali di Mjolby, valutandone direttamente le modalità di organizzazione e funzionamento.
“Stiamo facendo una valutazione della quantità di scarti organici prodotti quotidianamente dalla mensa comunale e scolastica – dice l’assessore Alessio Ciacci – per installare lì un primo macchinario. In futuro, valutate anche le necessarie autorizzazioni burocratiche, potremmo estendere la sperimentazione anche a gruppi di cittadini, per continuare a fare di Capannori un laboratorio all’avanguardia verso la sostenibilità, attraverso la partecipazione”.
Insieme ai tecnici Joraform sono stati analizzati i dati relativi alla qualità del compost prodotto e ai costi per la realizzazione di simili strutture anche in Provincia di Lucca, a partire proprio da Capannori.
Ne è emerso che l’utilizzo di tali macchinari per il compostaggio locale consentirebbe di ridurre il costo di raccolta, trasporto, trattamento e smaltimento dei rifiuti organici dal 30 al 70 per cento, oltre ad abbattere l’inquinamento e le emissioni da traffico.
“E’ stato un viaggio molto interessante, perché ci ha permesso di studiare un sistema innovativo per lo smaltimento in loco della frazione umida, che rappresenta mediamente il 40 per cento del totale dei rifiuti presenti nelle nostre pattumiere – sostiene l’assessore Maura Cavallaro. Abbiamo visionato soluzioni che sono immediatamente applicabili in molte realtà provinciali, soprattutto in Comuni di piccole dimensioni, in territori montani distanti dai centri abitati e nei centri storici. E’ inoltre possibile far installare tali macchinari presso mense aziendali, scuole, case di riposo, ristoranti e hotel, ovvero i grandi produttori di rifiuti organici’.
Per valutare la fattibilità di questo importante e innovativo progetto è già stata fissata una riunione tecnica tra Comune e Provincia.
Ciacci e Cavallaro sottolineano l’importanza di incentivare la pratica del compostaggio, indicata come priorità nella gestione dei rifiuti anche dall’Unione Europea: “L’auto-smaltimento attraverso la pratica del compostaggio locale permette di eliminare una parte importante di rifiuti senza farli arrivare allo smaltimento finale, abbattendo quindi in modo drastico i costi per la raccolta, per il trattamento e per la costruzione di nuovi impianti”.
Al viaggio in Svezia ha  partecipato anche Rossano Ercolini del Centro ricerca rifiuti zero di Capannori e Patrizia Lo Sciuto della Rete nazionale Rifiuti Zero.
Capannori, 8 settembre 2010